Deserto Luna Park

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Guarda.

C’è un tempo in cui tutto si ferma.
Come una giostra che all’improvviso smette di giocare.
Senti.
C’è odore di bruciato.
E ci hanno dimenticati.
Il mondo gira sempre più veloce.
E i sogni sono gettoni.
Le luci del luna park, risplendono ancora.
Ma, ascolta.
Tutto è silenzioso.
E se fai attenzione, puoi sentirlo.
Il rumore di chi conta quei gettoni.

Metafore calcistiche

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Uso spesso metafore legate al calcio, questo perché si tratta di uno sport in cui è fondamentale gestire la gara, le energie, le emozioni e la determinazione. Capita però momenti in cui le cose proprio non funzionano. Dinamiche di squadra che non funzionano, meccanismi che si attivano. A volte non c’è un vero perché. O forse ce ne sono tanti. Personalmente ho smesso di seguire il calcio quando mi sono resto conto che dietro c’era un mondo sporco. Da allora sono cambiati alcuni equilibrio, ma noto con dispiacere che quando tutto cambia è proprio perché non cambi assolutamente nulla. Ognuno ci legga quello che vuole, ma i nomi che sento girare negli ultimi giorni sono più o meno gli stessi di venti anni fa. Un po’ come in politica.

Hashtag

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Quando vedo comparire su twitter l’hashtag di una città, torna a farsi sentire l’inquietudine. Quella strana consapevolezza che viviamo in un’epoca strana, che ti fa pensare: no, lì non ci vado “perché c’è il terrorismo”. Ma dentro di te sai che è ovunque. Spesso mi chiedono perché io abbia scritto storie in cui emerge la ferocia dell’essere umano e in particolar modo il suo lato oscuro. Perché quella parte dell’uomo esiste, semplicemente. Io credo che la realtà vada osservata bene, per provare a capirla. Io, che ho amato da sempre la storia, ho iniziato a farlo confrontando diversi periodi storici e cercando le similitudini, i luoghi di contatto, le motrici degli eventi e i punti scatenanti. Il disegno che c’è alla base. Ma la realtà a volte supera la fantasia o semplicemente la mette in scena, come uno spettacolo a teatro. Così quando vedo comparire il nome di una città tra gli hashtag, rispondo all’inquietudine nel modo che meglio conosco. Approfondendo. Provando a capire quello che sta succedendo. Senza necessariamente cedere al panico, ai giudizi facili, senza inneggiare a quella o a un’altra parte. Credo nella libertà. Perché altrove i libri vengono bruciati. E quello sí, mi fa paura.

Val Susa. Un disastro.

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Sapete quanto io tenga al territorio. Proprio per questo motivo seguo con apprensione quanto sta accadendo in Val Susa. Un incendio che sembra non volersi fermare, bruciando ettari e ettari di bosco. Questo per molti è un problema di aria irrespirabile, domani potrebbe diventare un problema di stabilità di interi versanti. L’aria che si respira sa di legna bruciata, l’atmosfera è ormai costantemente soffusa a causa del fumo che ha raggiunto zone anche molto distanti dai luoghi dell’incendio. Un disastro, alimentato sicuramente dalla siccità, ma anche dall’indifferenza. La Val Susa è nota per la Tav, o forse solo per i suoi manifestanti, ma la storia ne racconta l’importanza come punto di riferimento per i collegamenti tra Francia e Italia, sin dalla notte dei tempi. Un luogo da salvaguardare. E che invece sta bruciando, silenziosamente.

foto: 3bMeteo

La mia non idea.

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Quanti sociologi, giornalisti, pensatori che analizzano e scrivono sul tema terrorismo. Ognuno a modo suo ha ragione. Vorrei farmi un’idea mia, ma proprio non ci riesco. Ed è strano, perché in genere alla fine ci riesco sempre. Semmai mi pongo una domanda: perché dei giovani trovano la loro vocazione in una violenza sconsiderata? Forse è quella che chiamiamo cultura ad aver fallito. Spesso parliamo di storie che evocano più Arancia Meccanica che non temi religiosi. Ragazzi feroci, incazzati, cattivi e che pur di trovare uno scopo nella vita scelgono quello di un fantomatico governo ombra che li fa sentire un qualcosa in una società che annienta idee, sogni, speranze e futuro. Io non sono un sociologo, né un giornalista e tanto meno un pensatore. Sono uno che ha paura della deriva sociale e culturale che si sta sviluppando in un mondo che non riesco a comprendere.

#elezioniamministrative2017

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Elezioni amministrative. Non ha vinto nessuno = Hanno vinto tutti. Nel silenzio più totale si è consumato uno dei momenti forse più bui della politica. Mancanza di idee, scissioni violente, urlatori da bar sport. Il risultato di mesi di tentativi di ricostruire ciò che sembra socialmente perduto si è tramutato in un nulla di fatto. Lecito dire che le elezioni amministrative siano molto differenti da quelle politiche, tuttavia i dati ci sono. Come sempre una forte disaffezione, leggibile dai dati di affluenza. Tanta, tanta confusione.  E come non notare una flessione dei risultati dei movimenti contestatori di ogni cosa. Ma credo sia solo una momentanea battuta di arresto. E mentre il focolaio del centrodestra torna a rianimarsi, qual è lo stato di forma della sinistra? Ma soprattutto, chi è la sinistra? E ancora, chi vuole rappresentare oggi?

#elezioniamministrative

Viviamo in un momento

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Viviamo in un momento storico difficile, un virus di odio si muove silenzioso dietro facce che sembrano assolutamente normali. Dove ricchi sbruffoni possono sentirsi legittimati a creare leggi a loro immagine e somiglianza e a fomentare una guerra che sembra sempre più infinita e insensata. Ci guardiamo intorno sperando che non tocchi a noi, ma stanno attaccando proprio noi, in quel momento. Seminando la paura, il dubbio. Il sospetto. É un momento storico in cui i dittatori sembrano portatori di libertà. Colore, religione e cultura tornano a essere discriminanti. Basta un petardo per evocare la paura, ma il terrore continua a scavare molto più a fondo. Ed è questo quello che mi fa più paura: l’odio che leggo nei confronti di un nemico immaginario, che viene scagliato su chi è diverso. Viviamo in un momento difficile, ma i libri di storia lo raccontano perfettamente.

Il giorno dopo

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Il giorno dopo il terrore, se mai possa esistere un giorno dopo. Le immagini crude sembrano confondersi con una quotidianità fatta di incertezze. Vogliono convincerci che esista un nemico. E che sia tra noi. Ma io non ho mai creduto che un colore diverso della pelle, una cultura differente dalla mia, un’altra lingua, rappresentino qualcosa da cui difendermi. E non inizierò adesso. Credo che gli stronzi esistano in ogni cultura. E credo che gli stronzi si alleino. Tutto qui. Così come credo che dietro alla parola cultura di nasconde chi cerca il potere o i soldi, quindi non mi stupisce che possa esserci qualche mela marcia anche tra chi crede davvero negli ideali di uguaglianza. Siamo esseri umani. E lo siamo tutti. E.lo ricorderei a chi pretende di insegnare ai bambini che non c’è colore, mentre desidera sparare ai gommoni per sentirsi più sicuro. Il verme del razzismo agisce nell’ombra di pensieri che vogliono sembrare positivi. Ma non lo sono. Il giorno dopo il terrore sarà un giorno come un altro. Perché ci si abitua a tutto. Anche alla libertà. Quindi non diamola per scontata, perché non lo è affatto.

Mai come oggi

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Mai come oggi é necessario ritrovare il senso della Resistenza. E opporsi alla deriva dei Nazionalismi che imperversano ormai in tutto il mondo. Meccanismi di pensiero che uniscono fino a schiacciare ogni ideale di libertà e uguaglianza. La storia racconta ciò che è stato, la cronaca ciò che è. Resta la volontà di riflettere e di non lasciarsi condizionare da chi urla più forte, dall’uomo al comando. Cedere al fascismo è stato uno dei più grandi errori della storia italiana. Non ripetiamolo.

“L’amore addosso” di Sara Rattaro

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Nel romanzo L’amore addosso Sara Rattaro affronta un tema difficile, attuale, decisamente controverso e lo fa costruendo un gioco di specchi con i sensi di colpa. Personaggi che si rincorrono, pur continuando a scappare da se stessi. Parole amare, parole dolci, parole che tagliano a metà sentimenti, per costruirne altri, o, talvolta, per distruggerli senza la minima pietà. Ogni cosa si trasforma, dicono. Ma qualcosa sembra perdersi definitivamente e per sempre, lasciando un alone, forse un’ombra, di incompiuta. Sara utilizza uno stile diverso da quello conosciuto nei precedenti romanzi, più scarno e più intenso. Rende le frasi più dirette, con una tattica spietata mette in scena una storia difficile da raccontare, in cui si alternano ambientazioni e avvenimenti, sensazioni e colpi di scena. Una narrazione che diventa più serrata, per poi fermarsi e far riflettere con le parole, ma più che mai proprio con le immagini. L’amore viene ridotto in polvere, per diventare materiale per costruire qualcosa di diverso, forse un senso di quello che è veramente ciò che proviamo per noi stessi. Il tradimento diventa un mezzo per viaggiare attraverso le paure, i controsensi, le intese disattese, fino ad affrontare temi cari alla psicologia, come il rapporto genitore figlio, con tutte le aspettative mancate che spesso ne derivano. Sara Rattaro scava a fondo, come è solita fare, nell’animo umano, andando a cercarne il lato oscuro, per poi illuminarlo a giorno. L’amore addosso sembra raccontare qualcosa di segreto, nascosto, proibito, scabroso, ma, invece, racconta qualcosa di molto, molto, più perverso. La verità, il pensiero più vero, l’animo umano, in poche parole, chi siamo davvero.

#lamoreaddosso