Il sistema di difesa della Gran Contessa Matilda di Canossa

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Quando ho iniziato a studiare la vita della Gran Contessa Matilda di Canossa, sono rimasto colpito dalla rete di difesa militare che si sviluppava sui colli verso gli Appennini. I castelli erano posizionati sulle alture. Ognuno di essi era collegato altri grazie a un sistema di comunicazione visivo e sonoro. La difesa coinvolgeva i soldati di Matilda, ma anche il popolo stesso che la amava. L’aspetto militare che vedeva coinvolta in prima linea Matilda era fondamentale in quanto si erigeva ad argine che si estendava dall’Emilia alla Toscana a protezione del Vaticano e in particolare dell’artefice della Riforma, ovvero Gregorio VII. Per chi farà un giro nelle terre di Matilda, ecco i nomi dei castelli che è possibile visitare: Castello di Sarzano, Castello di Carpineti, Castello di Montecchio, Castello di Bianello, Castello di Rossena e poi quello forse più conosciuto, il Castello di Canossa. La storia di Matilda è particolare e molto intrigante, per farvi un’idea della sua vita ci sono molte biografie, ma personalmente vi consiglio un libro che la racconta in un modo affascinante e coinvolgente. Si chiama “Il romanzo di Matilda” di Elisa Eliselle Guidelli, edito da Meridiano Zero.

Chi è Matilde di Canossa?

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È stata una potente feudataria, grande sostenitrice del Papato e in particolar modo di Gregorio VII, noto della Riforma e di una forte contrapposizione all’imperatore Enrico IV. Difese il Papato fino all’ultimo, sfruttando anche la posizione strategica dei suoi possedimenti che comprendevano Lombardia, Emilia, Romagna e Toscana. Il centro e fulcro era Canossa, nell’Appennino reggiano. La sua influenza sulle opere d’arte, religiose e architettoniche è chiaramente visibile in diversi dei luoghi che per lei sono stati strategici. Uno dei luoghi che ho potuto studiare per il mio romanzo #LaMacchinadelSilenzio è stata proprio Reggio Emilia e tutta la sua provincia, che comprendeva la rete militare imponente che permisero alla Gran Contessa di esercitare la sua influenza e potere contro l’imperatore Enrico IV. Nel romanzo ho narrato la storia di un luogo noto come Chiesa di San Girolamo, noto per la riproduzione della Scala Santa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Una storia che parte da molto lontano e che ci riporta ai Cavalieri Templari. Argomento di cui parleremo presto. #matilde #canossa

Recensione de “Il romanzo di Matilda” e intervista all’autrice Elisa Guidelli

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Il romanzo di Matilda è intenso, accurato nelle sue ricostruzioni storiche ed emozionante.Un personaggio storico come quello molto discusso di Matilda di Canossa diventa grazie alla narrazione di Elisa Guidelli una protagonista di una storia avvincente che potrebbe sembrare frutto di fantasia se non si trattasse di una storia vera. Elisa romanza la storia di Matilda ricostruendola fase dopo fase con attente ricerche storiche. Quella di Matilda é una storia controversa che vede al centro della scena lo scontro tra papato e impero, la guerra tra due personaggi carismatici: Papa Gregorio VII ed Enrico IV. Sicuramente molto noto è l’episodio dell’umiliazione dell’imperatore Enrico a Canossa di fronte a Papa Gregorio, ma il romanzo offre la possibilità di andare ben oltre e di capire la genesi di questa lunga battaglia. Elisa svela pagina dopo pagina la vita di Matilda, i suoi amori, le vicende politiche che la spingono a difendere i possedimenti della sua famiglia e la Chiesa di Roma. Matilde é una donna forte, una donna di fede, che mette la difesa della cristianità al centro della sua vita. La difesa della chiesa di Roma diventa una missione. Strano è il rapporto che nasce tra Matilde e Ildebrando di Soana e ancor più strano diventa quando quest’ultimo diventa Gregorio VII, uno dei papi più noti per essere stato uno dei più grandi riformatori della chiesa. Tra loro c’è una forte amicizia che ben presto svela qualcos’altro. Il romanzo di Matilde é avvincente e decisamente coinvolgente, una narrazione serrata e intensa, che scava nell’animo dei personaggi scena dopo scena. Un po’ come ne “i Pilastri della Terra” o “La cattedrale del mare”, in questo romanzo si sente la forza della storia che è essa stessa protagonista e che rende giustizia a una figura storica discussa. Matilda è stata molto per il papato e molto per l’Italia, la sua visione politica ha gettato le basi per le fasi storiche successive e per l’Italia di oggi. Un personaggio a cui andrebbe riconosciuto molto di più di quello che le é stato riconosciuto nei libri di storia. Elisa le rende sicuramente onore, consapevole che alcuni aspetti di questa storia possano urtare alcuni palati fini della storia matildica. Tanti sono infatti gli studiosi e gli storici che si sono cimentati nel raccontare le gesta di questa donna, a partire da Donizone, il monaco amanuense che ha raccontato la storia della Grancontessa che é arrivata fino a noi. Tante sono le storie e che spesso e volentieri si sono concentrate sugli aspetti privati e sentimentali di questa guerriera dal cuore nobile. Matilde per esigenze politiche sposa un uomo che non ama, Goffredo il Gobbo. Quest’ultimo muore in circostanze tragiche, ma già da questo episodio ne consegue una rivisitazione particolare raccontata in di questo romanzo. La storia di Matilda è una storia che fa riflettere e con la regia di Elisa Guidelli raggiunge livelli epici di narrazione, frutto di una raffinata elaborazione delle informazioni storiche, un’opera che consiglio di leggere. Non si può non amare questo romanzo, così come non si può non amare Matilda. Un romanzo avvolgente, passionale e carico di sfumature. Un viaggio nel passato e uno a sguardo nel presente. Una penna raffinata e coinvolgente. Una storia da leggere.

Ho posto alcune domande a Elisa, ecco cosa ha risposto.

Matilda è un personaggio discusso e non poteva non essere così anche per il tuo romanzo. La mia prima domanda è: quanto lavoro ci è voluto per creare questa storia?

La ricerca è durata una decina di anni, la stesura del romanzo un anno e mezzo. Sono arrivata alla scrittura con le idee abbastanza chiare, ho creato uno schema che mi aiutasse a non perdermi tra date, personaggi e intreccio e ho concentrato la narrazione in un unico blocco perché evitare che risultasse frammentaria, discontinua o confusa.

Analisi storica, elaborazione e fantasia. In che percentuali?

L’analisi storica costituisce la base, e tutto lo scheletro del romanzo è costituito da date verificate e fatti reali. Gli intrecci tra i personaggi, i rapporti tra di loro sono alle volte suggeriti dalle esigenze di narrazione e dalla mia anima di romanziera, ma rimangono comunque plausibili: la bellezza dei romanzi storici sta nell’andare a cercare dove l’autore ha “barato” lasciandosi trasportare dall’immaginazione.

Uno dei punti più complessi del tuo romanzo è sicuramente il rapporto tra Matilda e Gregorio VII, la tua versione si discosta molto da quella delle altre biografie pubblicate. Ci racconti la genesi di questa scelta?

Il rapporto tra Matilde e Gregorio è sempre stato motivo di contrasto. Chi vi vede una coppia sacra, chi due amici intimi che condividono grandi ideali, chi una figlia orfana alla ricerca di una figura paterna che la proteggesse, chi due amanti, o ancora chi un’aspirante monaca plagiata da un papa senza scrupoli. Ho resettato tutto e cercato di dare una mia personale chiave di lettura, secondo la mia sensibilità e quello che mi hanno suggerito le letture su questi due grandi personaggi, che hanno vissuto e affrontato insieme un periodo così travagliato come l’XI secolo.

Hai scritto diversi romanzi, cosa rappresenta per te “il romanzo di Matilda”?

Un punto e a capo. È stato un lavoro con cui ho misurato tutto quello che avevo letto, studiato, imparato, e con cui ho messo a frutto la scrittura e gli errori e il lavoro di dieci anni di pubblicazioni molto diverse tra loro. Ho sempre desiderato scrivere questo romanzo, l’avevo in testa dal 1999, riuscire a portare a termine il progetto è stato il coronamento di un sogno.

Nel raccontare la storia di Matilde descrivi le caratteristiche del territorio in cui la protagonista ha vissuto, un’Emilia Romagna diversa da quella di oggi. È stato importante vivere in quei luoghi per comprendere l’importanza di Matilda?

Molto importante, perché viaggiando attraverso le sue terre e i suoi castelli hai comunque la dimensione della grandezza di Matilde e vivi l’emozione di ripercorrere i suoi passi. Credo che sia fondamentale per capire un personaggio, anche se molto lontano dal tuo tempo, avere la possibilità di calarsi totalmente nel suo vissuto anche attraverso i luoghi che l’hanno vista transitare o accolta per lunghi periodi: era una viaggiatrice, non si fermava mai, ma aveva dei castelli a cui era legata e tornava sempre con affetto.

Credi che questo personaggio sia sufficientemente conosciuto e studiato in Italia a livello storico?

In Italia è conosciuto dagli “addetti ai lavori” e da chi si occupa di storia e arte e di recupero del patrimonio (turistico e non) del territorio, ma in genere non molto (o quasi nulla) dalle persone che non fanno parte di questi canali. Come potrebbero? Gli stessi libri di storia liquidano Matilde con un trafiletto. Per questo a mio avviso un romanzo può aiutare ad avvicinarsi al personaggio e poi, da lì, passare ai saggi per approfondirlo.

La tua penna ha reso ancora più epica la storia di Matilda, si sente che ami il personaggio di cui hai scritto: qual é stato il momento in cui ti sei detta “voglio raccontare la sua storia”?

Ero bambina, il mio amore per lei nasce quando ero molto piccola e per la prima volta vidi Canossa. Era un tarlo che avevo da trent’anni.

Molti momenti storici noti, altri meno noti, tanti altri appena accennati, altri ancora sconosciuti. Può aver influito il punto di vista del Vaticano? Si può parlare di censura in molti testi editi che parlano di Matilda?

Matilde di Canossa è un’idea, un’icona. Ha mille volti e mille specchi, a seconda di come è stata utilizzata e strumentalizzata da tanti per far passare un modello, un progetto, una causa. Purtroppo le fonti sono scarse, e comunque sono tutte filtrate: da lei, che teneva a far passare una certa immagine di se stessa, dagli avversari, che la demolivano, dai sostenitori, che la glorificavano. Sono comunque tutte lenti falsate, e per me è stato difficile cercare la donna sotto gli strati dei numerosi ruoli che la storia non solo sua contemporanea le ha cucito addosso.

Lo scontro tra impero e papato è uno dei temi fondamentali della storia di Matilda, poco si sa dell’importanza che ha avuto nella nascita dell’Italia per come la conosciamo oggi. È un concetto corretto?

La lotta delle investiture è un momento drammatico e cruciale che precede il momento storico in cui nascono i comuni e di fatto, l’Italia per come la conosciamo ora. Penso che abbia ragione Cantarella quando parla di “lungo Medioevo” in cui siamo immersi ancora oggi. Siamo ancora impregnati di alcune ideologie che nascono proprio nell’Alto Medioevo o, ancora, alla fine del mondo antico. È che ci sentiamo troppo originali (o studiamo troppo poco la Storia) per accorgercene.

Matilda. Una donna e i suoi amori, i suoi sacrifici per un bene superiore, secondo te sono concetti ancora attuali?

Attualissimi. È ancora difficile per una donna, oggi, dopo mille anni, conciliare carriera e vita privata. Spesso si è costrette ancora a rinunciare all’una per avere l’altra, e comunque senza risultati certi e sempre passando sotto il giudizio implacabile della società, proprio perché donne. Potrei direi, sull’onda della risposta alla domande precedente, che per certi versi non mi pare sia cambiato tantissimo dal Medioevo ad oggi.

Se non ci fosse stato Ildebrando, Matilda avrebbe difeso così tanto la Chiesa di Roma?

Questa è un’ottima domanda, la storia “fatta con i se” è un gioco che mi ha sempre affascinato. Credo, per la mia sensibilità, che no, Matilda senza Ildebrando non si sarebbe spinta così oltre. E comunque, allo stesso modo, credo che Ildebrando senza Matilda non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto. Sono due anime affini e ambiziose che si sono trovate per portare avanti un progetto, e così hanno fatto finché è stato loro concesso il tempo per sostenersi a vicenda.

Nel tuo romanzo affronti il tema del rapporto uomo-donna in modo raffinato e spesso evidenzi il ruolo che alla donna era stato assegnato. Come sarebbe cambiata la storia se ci fossero state più donne come Matilda al potere?

Sarebbe cambiata in meglio, per le donne di oggi. Che forse farebbero meno fatica. Una donna deve mostrare e dimostrare di essere capace il doppio per ottenere la metà dei riconoscimenti rispetto a un uomo, è un dato di fatto, lo si vede in ogni ambiente e in ogni categoria lavorativa. Mi auguro che qualcosa, in futuro, possa cambiare in meglio, ma è la mentalità a essere ancora ferma, l’evoluzione è molto lenta quando si tratta di questo argomento.

Stai lavorando a un nuovo libro? Scriverai ancora romanzi storici?

Ho iniziato le ricerche per un nuovo storico, ma sono ancora agli inizi: le fasi di lettura, ricerca bibliografica, scoperta e riscoperta sono quelle in cui mi diverto di più. Dopo arrivano le fatiche, ma ci penserò quando mi sentirò pronta per cominciare a scrivere. Nel frattempo me la godo.

Ringrazio Elisa per la gentile collaborazione.