La quinta guerra – Ep01
I gruppi reazionari si erano moltiplicati, vivendo nei sotterranei. Metropolitane abbandonate. Ex bunker. I soggetti che non reagivano al potente segnale, riuscivano a costruire e difendere il proprio pensiero e ben presto la ricerca di risposte era diventata la priorità. Gli uomini nel nuovo Impero erano sempre alla ricerca dei covi, che puntualmente finiscano per essere individuati. Bastava un segnale: ricerca di elettricità, di rete, di cibo e nel covo arrivava un gruppo di soldati armati e preparati ad annientare i soggetti reazionali, che non venivano uccisi, ma trasferiti ai centri di rieducazione mentale. Ai soggetti che non rispondevano al segnale veniva installato un amplificatore al di sotto della calotta cranica. Questa operazione spesso culminava con il decesso del soggetto o con il rigetto del dispositivo. Sylvie Brahms si trovava in uno dei pullman che conduceva al centro. Da qualche tempo aveva iniziato a percepire qualcosa attorno a lei, mentre lavorava come barista. C’erano volute settimane perché si ricordasse chi davvero lei fosse e che il suo lavoro, prima della riconversione. Lei era una detective. Vide il cancello aprirsi per lasciare entrare il pullman. Attorno a lei vedeva persone con lo sguardo perso, altre terrorizzato. Il suo unico obiettivo era capire, nell’ordine, come studiare il funzionamento del centro e come uscirne viva.
Immagine creata con IA Gemini
