Raccogliendo il silenzio 

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

Quanti ricordi, appesi qua e là.
Quante cose che potevano diventare.
Istanti, cercati in ogni luogo.
Ma la vita è un treno in corsa.
E fuori, vedo scendere la neve.
Lei, che copre ogni cosa.
Raccogliendo il silenzio.
Ovattato.
Feroce.
E mentre mi sento scorrere,
la sento.
La neve, mi nasconde.
E quanti ricordi, dentro di me.
Quante cose, potevo diventare.
Ma la vita è un treno. E ha corso.
Lasciando alle spalle tutto.
Paesaggi.
Delusioni.
Stazioni così fredde, da gelare il cuore.
Smetterà di nevicare.
Torneranno il sole, la luna, così come i ricordi.
E so di avere tutto quello che ho sempre cercato.

Io, vivevo di sogni

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

Io, vivevo di sogni. Quando poco più e poco meno di adolescente costruivo dei mondi che assomigliavano alle mie idee. Ed erano tempi duri, quelli. Si veniva discriminati per poco: perché si era timidi, perché i propri genitori erano separati, perché preferivi la musica al calcio. Perché, perché, perché?. Una parola che racchiude tanti significati. Ed era la domanda che più spesso mi ponevo. Oggi tutto è più veloce, anche le parole. Che forse fanno più male. Proiettili impazziti che crivellano le anime di ragazzi che sembrano non avere più armi, persi nel display di un cellulare. A quei tempi l’unico modo per urlare, era scrivere. I primi temi facevano venire il classico groppo in gola, a me, per primo. Poi quell’onda d’urto arrivava agli altri. Ma il primo a farsi male ero sempre io. L’autore e carnefice. Ieri sera ho riprovato quella stessa sensazione quando mia moglie Anna ha letto al suo pubblico il mio racconto “La Bambola”. Mi è sembrato di ripercorrere il film all’indietro, come su una macchina del tempo. Di rivedere ogni sfumatura di una storia che mi ha portato fino a qui. Forse un giorno avrò il coraggio anche io di leggere quel racconto, per ora non ci riesco ancora. Così, oggi come allora, lascio che siano le parole a raccontare quella storia. In momenti come questo mi rendo conto di quanto la scrittura mi abbia aiutato. Di come la velocità delle parole sia diventata un limite, mentre dovrebbe, e potrebbe, essere un’arma per difendersi, per ritrovarsi. Vorrei poterlo raccontare ai ragazzi più giovani, quelli più fragili, che si sentono esclusi, discriminati, impauriti da un branco che vuole annientarli. Chissà che qualcuno di loro possa scoprire che quella rabbia, delusione, paura può diventare uno scudo, delle solide mura dentro quali costruire mondo che sono idee. E chissà che un giorno possano guardarsi anche loro allo specchio e dire: io, vivo di sogni. Ancora oggi.

Ironia, usata male

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​Ironia, usata male. Due i casi che maggiormente mi hanno irritato. Il primo, storico se vogliamo. I continui richiami alla sfiga e tendenza a perdere di Marco Masini, battutine stupide che richiamano invece il periodo che invece portò l’artista a essere oscurato da una buona parte della platea di ascoltatori e di addetti ai lavori, fino ad arrivare al bullismo nei confronti di chi soltanto lo ascoltava. Secondo il simpaticissimo siparietto della patata bollente nei confronti di un sindaco cinque stelle, cavalcata e condivisa anche da diversi tesserati pd. Ecco, leggere queste cagate, perché tali sono, sulla mia bacheca mi infastidisce. Lo so che basterebbe un click per liberarmi di questo schifo, ma mi serve per capire che questo schifo esiste. Posso solo scriverne, purtroppo. L’ironia é una cosa seria, ma oggi va di moda essere pagliacci e provocatori. Sono due cose molto diverse.

Quel nodo in gola

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​Un nodo in gola. Note feroci che trovano una strada. Annientano le difese. Lo svolgimento di un tema che all’improvviso si blocca, perché qualcosa si è rotto. Il foglio ancora bianco, dopo ore di attesa. Il tempo che scorre, mentre corre l’allucinazione. E lo sai che basterebbe una canzone, perché le parole tornino a fluire. Perché la musica è quel fiume che trova il mare. E quel mare, per me, è quel nodo in gola.

Il primo passo

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​Potevo contare ogni tasto di quel pianoforte, cercare, ognuno di essi aveva una forma differente. Negli occhi di chi guardava quello strano mobile riuscivo a capirne il pensiero. Per loro erano tutti uguali. Il primo passo fu di sfiorare quei tasti. Ma non accadeva niente. Poi mi feci forza e con quella stessa forza provai a pigiare. Il suono era sgangherato, grezzo, ma a suo modo raccontava il viaggio che quella forza aveva fatto per raggiungere il martelletto e poi la corda, che aveva iniziato a vibrare tra le pareti di legno. Provai ancora, unendo due suoni, poi tre. Nessuno riusciva a crederci. E molti non ci credono ancora. Ma é così che la musica ha origine.

Inutile difendersi

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​Inutile difendersi quando la pioggia inizia a cadere all’improvviso, molto meglio rallentare e godersela. Tanto lo sai che non potrai evitare di bagnarti. I passi sanno assestarsi su un’andatura diversa, più lenta. Da quella dimensione si vedono le cose in modo diverso. Non necessariamente più chiaro. Solo diverso. All’inizio è più difficile, ma poi tutto diventa naturale. E sembra di vederlo un bimbo che inizia a camminare, mentre pensi che gli dovrai insegnare che nella vita non si impara a camminare una volta sola.

L’attesa

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​L’attesa. Quante volte siamo costretti a rimanere fermi ad aspettare qualcosa, che ci spetta, ci piace, ci serve, o che semplicemente non vogliamo. Le lancette girano, come indemoniate. Ma il tempo sembra essersi improvvisamente fermato. E forse una vera ragione non c’è, ma soltanto il colore opaco di una parete, l’anima consumata delle piastrelle, resa chiara da una luce troppo forte.  E chissà se anche il mio riflesso indossa gli stessi volti che ho di fronte, schermati dietro una forza che tante volte non c’è. Se sa ancora ridere, piangere. Capire. Quante volte scegliamo di rimanere fermi, a osservare qualcosa che non sia noi stessi?

Quel sapore amaro

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​Certe frasi sanno di salato, di quel gusto fin troppo amaro. E mi viene da stare zitto, quanto intorno il rumore è troppo forte. E la notte bussa e a passi lenti prende possesso di un solo pensiero. Ho pulito per bene i camerini e il palco del teatro. E ora brilla. Accendo i riflettori, cosicché possa scoprire punti ancora coperti dalla polvere. Questo silenzio é impressionante. Sul palco c’è ancora il pianoforte, che darei per saperlo suonare. Spengo le luci, torno a casa. E nel farlo scelgo di percorrere la strada più lunga. Certe frasi, sanno di salato, di quel gusto amaro, che soltanto il mare possiede.

Vorrei tornare

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri

​Vorrei tornare a dire tutto quello che mi pare, proprio come una volta. Con l’incoscienza e la spavalderia di chi sa di non poter sbagliare. Quando c’era l’illusione che cambiare fosse impossibile, che le parole potessero davvero bastare e che i sogni non potessero diventare prigionieri dell’illusione stessa. Quando si credeva anche alla lealtà e alla capacità di fare una rovesciata e mandare il pallone all’incrocio dei pali. Allora tutto sembrava possibile e un vaffanculo era la cosa più naturale del mondo.

Come un pianista

Pubblicato il Pubblicato in Attualità, Pensieri, Poesie

Come un pianista, disegnerei traiettorie in bilico tra cielo e terra, tra il senso e la guerra. Ma le mie dita non riescono a sfiorare i tasti, su questi tempi imperfetti. Un proiettile, non è una parola. E una parola, non è sempre la storia. Il sangue non può avere colore diverso, quando il sipario si chiude. Restano gli applausi, o un assordante silenzio.