#Labirinto #Ep8

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Nelle puntate precedenti:

Fabio, un ragazzino che soffre di una patologia dello sprettro autistico, ha incontrato Davide Porta attraverso il portale Second Life, luogo virtuale in cui non risente degli effetti della patologia di cui soffre. Simona, che era riuscita a far entrare Fabio nel portale per salvarlo dalle mani di Sergej e dei suoi uomini, finisce per essere torturata per ottenere informazioni. Ma lei non parla, continua a osservare Fabio, privo di conoscenza, che sembra in preda a un sogno molto intenso.

 

#Ep8

Le fronde degli alberi e i rami gli battevano sul viso mentre correva. Riusciva a percepire i bagliori dei fari anche al di sopra del bosco. Correva, come se da un momento all’altro potesse venirgli in mente un’idea. Un piano. Un luogo dove andare. Fabio conosceva poco la sua mente. I suoi medici gli avevano diagnosticato una sindrome dello spettro autistico. Non era mai stato bravo a manifestare le sue emozioni, eppure era dispiaciuto per quelle espressioni che comparivano sul viso della sua mamma. Sapeva che lei era preoccupata per cosa sarebbe stato di Fabio nel futuro. Con il tempo lo aveva visto integrarsi, a modo, suo con il mondo che lo circondava e acquisire di volta in volta nuove capacità. Quella che più la stupiva era la memoria. Era in grado di ricordare intere mappe e percorsi senza il minimo sforzo. E per Fabio questa era sempre stata una forma di soddisfazione. Il cuore gli batteva fin quasi a scoppiare, in quella situazione temeva che sarebbe esplosa la crisi. E se fosse accaduto lo avrebbero sicuramente trovato. Non doveva accadere. Non in quel momento. Cercò di mantenere la calma e si fermò sotto un albero dalle fronde più intense. Riprese fiato e iniziò a pensare. Ci vollero pochi istanti perché alla sua mente riaffiorò un ricordo. Era una mappa del bosco che aveva consultato qualche mese prima per un lavoro che gli avevano richiesto a scuola. Si stupì di ricordare ogni più piccolo e insignificante particolare. Compreso il punto più nascosto e pericoloso, ma nel quale i suoi inseguitori non sarebbero mai arrivati. Da quelle parti tutti gli abitanti della zona lo chiamano l’inferno. E ironia della sorte, quella rappresentava l’unica possibilità di salvarsi.

 

Simona era legata a una sedia. Sul suo corpo avevano sperimentato già diversi strumenti di tortura, dalle percosse, alle bruciature, fino all’annegamento. Si sentiva esausta e sul punto di cedere. Volevano sapere dove trovare il ragazzino, ma lei non lo avrebbe mai detto. Voleva consentirgli un margine di vantaggio. Sergej la fissava con sguardo perfido. Sapeva che l’avrebbe prima o poi uccisa se non fosse riuscito a recuperare Fabio. E forse l’avrebbe uccisa lo stesso. Fabio era stato furbo e scaltro. Quando aveva riaperto gli occhi sembrava posseduto da una luce nuova. In un attimo aveva capito che non poteva contare su di lei. Era riuscito a eludere la sorveglianza, nessuno di loro poteva anticipare le mosse di un ragazzino veloce e determinato che in poche mosse era riuscito a uscire all’esterno. Gli aguzzini erano convinti di prenderlo in pochi minuti, li aveva sentiti ridere di lui. Ma erano passate ore e non erano ancora tornati. E Sergej era sempre più nervoso.

Qualche istante più tardi Sergej perse la pazienza. Gli avevano comunicato che il segnale di posizionamento del ragazzo era svanito nel nulla. Simona non riuscì a nascondere un sorriso, sapendo che l’avrebbero colpita sul volto. Non le importava.

 

Clinica sperimentale 02

Il primario stava visionando gli ultimi risultati dei test eseguiti sul paziente ed erano negativi. Chiamò il responsabile del reparto e comunicò una data. La data in cui i macchinari sarebbero stati spenti. Tre giorni. Non avrebbe concesso più di tre giorni.

 

#Ep8 #Labirinto

 

Photo by Esaias Tan on Unsplash

Text by Daniele Mosca

Cos’è un labirinto?

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Questo è un labirinto, visibile in diverse chiese come il Duomo di Modena e la Cattedrale di Chartres, in Francia. Da un punto di vista simbolico rappresentava il pellegrinaggio verso il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Molti fedeli che non potevano permettersi di raggiungere i luoghi sacri li percorrevano in ginocchio. Per questo il labirinto veniva spesso realizzato sul pavimento delle chiese, purtroppo ai giorni nostri ne sono arrivati pochissimi.
#labirinto

#Labirinto – Seconda puntata

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Fabio non rispondeva.
“Mi senti?” continuava a ripetere la voce dalla radio.
“Sì” sussurró Fabio. Tratteneva a stento i brividi. Il suono della sua voce che si appropriava del corpo. Una sensazione nuova.
“Dove ti trovi?”
Fabio ricordava le parole dei suoi genitori. Dicevano sempre di non dare confidenza agli sconosciuti. Era molto tempo fa. Prima che tutto cambiasse. Prima che loro cambiassero.
“In Italia”
“Non sei solo, ora ci…”
In quel momento la porta si spalancó e comparve sua madre. Fabio era riuscito ad abbassare il volume della radio.
“Fabio, hai parlato? Mi era sembrato di sentire delle voci”
Fabio scosse il capo e indicò il computer.
“I tuoi stupidi giochi” affermò stancamente Francesca.
In quel momento il monitor del computer si riattivó sulla schermata di Second Life.
Fabio lo fissò per qualche istante. Francesca cercò di capire, ma come tante altre volte non ci riuscì e uscì dalla stanza.
Fabio provava a comporre i pezzi nella sua mente. Forse stava impazzendo, come più volte gli avevano detto i suoi compagni di classe. Non aveva mai visto nessuno in quell’antico gioco virtuale. Ma se la schermata si era avviata, qualcuno doveva esserci.
Fabio si avvicinò al monitor, prese possesso del suo avatar e si mosse lungo la via principale. Osservò le stradine laterali. Erano deserte. Superò il vecchio bar dove un tempo gli utenti si incontravano per conoscere l’anima gemella. Poi sentì un rumore lieve, entrò in una via laterale. Fece qualche passo e poi la vide. Era una donna immersa in un lago di sangue. Ma era ancora viva. E gli stava chiedendo aiuto.
#labirinto
Seconda puntata.

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#labirinto – la nuova webserie – puntata 1

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Fabio può restare ore a guardare fuori dalla finestra. I suoi genitori sono preoccupati, da un po’ di tempo é cambiato. Fa domande strane. I suoi amici dicono che è pazzo, i suoi medici che è autistico. Fabio però con il computer é un mago. E adora i video giochi. É curioso e ha scoperto un gioco del passato. Il primo tentativo di realtà virtuale. Si chiamava Second Life. Si è costruito un avatar, un personaggio con cui può girare indisturbato in un mondo ormai deserto. Fabio é appassionato anche di radio, un mezzo di comunicazione ormai superato. Le frequenze che un tempo portavano musica sono ormai silenziose. Soltanto in una delle frequenze riusciva a sentire un fruscio diverso dagli altri. I suoi genitori però non gli credevano. Sapeva che presto lo avrebbero riportato dai dottori e gli avrebbero somministrato quelle pillole. Proprio in quel momento dalla radio sentí una voce. Riesci a sentirmi?

#labirinto

La nuova webserie.

Prima puntata