Il profumo di un’altra scusa

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Senza alcuna scusa,
la notte non ha portato consigli.
Chiusa in una stanza,
origli discorsi che non comprendi.
E lo capirai col tempo,
che spesso non accade.
Che non c’è vento che tenga,
quando cade una nuvola.
È l’alba, lucida e nuda.
Cruda come crederci ancora;
Ora che la nuvola è fumo.
Il profumo di un’altra scusa.

Il tempo della leggerezza

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Incrocio sulla banchina della stazione una persona che a prima vista mi sembra di conoscere. Capisco che quella persona è stata una persona amica nei tempi dell’adolescenza, fino al periodo dell’Università. Successivamente ci allontanammo, non ricordo nemmeno bene il motivo, probabilmente il tempo ci aveva cambiati. Nemmeno un saluto, una parola, nulla. Mi ha fatto riflettere su come i legami, le amicizie svaniscano spesso senza lasciare traccia, anche se sappiamo bene che non è vero, le tracce restano. Restano le delusioni, come macchie indelebili su un pavimento appena lavato. Ripensi a quei tempi, era inevitabile che io cambiassi. Era essenziale. A volte per andare oltre bisogna distruggere qualcosa di se stessi, anche se questo porterà a essere visto e percepito come qualcosa di differente. Il tempo della leggerezza era finito, anche se a volte mi sembra non esserci mai stato.

Quando tutto è cambiato

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11 settembre 2001.
Ricordo ancora il momento esatto in cui il telegiornale ha mostrato le immagini del primo aereo che si schiantava contro la torre.
Ieri sera rivedevo quelle stesse immagini in documentario dell’evento e non riesco ancora oggi a immaginare che sia davvero accaduto, nemmeno essendo andato sul posto e aver visto gli immensi buchi rimasti, diventati poi monumenti. E poi penso che da quello stesso momento il mondo è cambiato. Una sequenza di eventi ci hanno condotti fino alla situazione storica attuale, attraversando scenari orribili, riportando le lancette della storia a decenni prima. Come una tremenda macchina del tempo, sembra non riuscire più a riportarci a quella vaga e inconsapevole serenità e soprattutto alla consapelezza di un attimo prima dello schianto. Gli equilibri persi, non sono mai stati davvero ritrovati, in un mondo che cerca il suo sviluppo, ma alimenta i proprio conflitti. Che cerca di emanciparsi, ma resta fermo nelle idee di contrapposizione, per l’ansia di potere, forse, o di fermare un tempo, per sua natura ciclico. E poi ci siamo noi, un’umanità spesso cinica ed egoista, spaventata e opportunista, arrabbiata e rassegnata. Il crollo delle torri ha rimesso in evidenza tutto questo, quegli equilibri nascevano da un’illusione, che le guerre non ci fossero più. Ma non era vero. Quella serenità e quella consapevolezza erano finzione. Quelle guerre erano solo altrove.

C’è chi urla

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C’è chi urla,
ai bordi delle strade.
Ai limiti del bosco,
oscurità e contorni fluo.
Dove la follia è un vanto,
e ci si svende col sorriso
C’è chi vende inchiostro,
su piedistalli di cartone.
Specchi deformi,
in offerta speciale.
C’è chi urla,
ai confini di un mondo,
in cui scriveranno per noi.
Noi, emozionati,
davanti a un mare
perso tra i filtri,
di ciò che non siamo.

Quando finisce il mare

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Qui finisce il mare.
Tra un soffio di vento leggero e quella sensazione che domani pioverà.
Cambiano le stagioni.
Cambia un clima, che talvolta ci somiglia.
Incostante, tenero e violento, come solo le emozioni sanno essere.
C’è ancora un frammento di luna,
appeso lì, in attesa che le prime auto tornino a far rumore.
C’è un treno che attende qualcuno, fermo su un binario che non conduce da nessuna parte.
E poi, c’è la nostra immagine, riflessa in una vetrina svuotata dagli ultimi sconti.
Le nostre convinzioni, gettate nel cesso di un Autogrill o in un post scritto male.
Qui finisce il mare.
E noi siamo barche.

Il momento esatto

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Lo percepisci il momento esatto in un l’estate finisce.

Lo senti.

È come un’improvvisa consapevolezza che da domani si ricomincerà una nuova storia.

È un po’ come la fine di una vacanza, ma carica di maggiori aspettative, preoccupazioni e incertezze.

Il mare sembra già un lontano ricordo,

ma anche una nuova speranza di rivederlo presto,

perché forse il senso è proprio in quell’incedere incessante di un’onda,

che lascia spazio a un’altra onda.

“Un animale selvaggio” di Joel Dicker

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“Un animale selvaggio” di Joel Dicker è un bel thriller, la cui trama è decisamente complessa, resa fluida da una narrazione attenta e puntuale, con qualche criticità nella lettura rappresentata dai numerosi e inevitabili flashback.
Nel complesso si tratta di una storia dal forte impatto psicologico, che mette a nudo le caratteristiche oscure dei personaggi, i punti d’ombra, ma soprattutto le loro fragilità.
I personaggi principali sono Sophie, bella e attraente, che fa girare la testa a tutti, compreso il suo nuovo vicino Greg, poliziotto e invaghito della donna. Arpad, marito di Sophie, anche lui bello e di successo, ma che nasconde un segreto nel suo passato.
Greg e sua moglie Karine ammirano e invidiano la coppia, che appare perfetta.
Tuttavia il passato e i segreti stanno per tornare a galla, compresa una vecchia rapina e una  conoscenza che sembrava essersi persa nel passato di Arpad. Un thriller ricco di colpi di scena e spunti sui quali riflettere. Consigliato.

Trudy, il romanzo di Massimo Carlotto

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Trudy di Massimo Carlotto è un romanzo crudo, la cui trama racconta in realtà più storie, un intreccio di personaggi che a vari livelli compongono un mosaico di relazioni, intrighi e misteri. Politici, ex agenti, agenzie private di sicurezza, sullo sfondo di un mondo torbido, grigio, in cui tutto è il contrario di tutto. In cui nessuno è poi davvero innocente, ma nemmeno colpevole. I personaggi principali sono Alex Federaro e, appunto, Trudy, la donna il cui soprannome è anche il nome dell’indagine che la riguarda per la sparizione improvvisa del marito e poi “il Grigio”, un personaggio oscuro e tratti inquietante. Trudy è un noir elegante, attuale, che fa riflettere. Consigliato.
#Trudy
#Carlotto

Il mondo al contrario.

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I social sono un posto strano. Su qualsiasi piattaforma è l’apoteosi di tesi contrapposte, spesso senza alcun fondamento, mosse dalle varie propagande, le quali hanno ben altri interessi rispetto a quelle immaginate dagli utenti che giornalmente si autoprofilano, salvo inveire contro i “poteri forti”. Andando ad approfondire le tipologie di commenti è facile identificare i vari soggetti e collocarlo nelle rispettive aree di influenza. Ben inteso, in questo fenomeno ci siamo dentro tutti, più o meno consapevolmente. Il più o meno, tuttavia, influenza l’opinione pubblica, come è legittimo che sia. C’è un problema di fonti, le informazioni quasi sempre giungono da giornalisti che risentono a loro volta di questo sistema, rendendo sempre più complicato farsi idee proprie, basate su una lucidità, che rischia di scomparire del tutto. Qualcuno disse che il mondo è al contrario. Ed è vero. Rischiamo di andare verso un mondo in cui l’ignoranza, che tutti possediamo, risulterà un valore aggiunto. In un mondo in cui i social non possono, e probabilmente non devono, essere evitati bisogna imparare a convivere con questa pericolosa realtà.

“La Compagnia degli enigmisti” di Samuel Burr

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La “Compagnia degli enigmisti” di Samuel Burr ha il sapore particolare del romanzo famigliare, misto con la suspance classica della caccia al tesoro. I personaggi sono affascinanti e misteriosi, ben costruti, come ben congegnata è la trama. Il personaggio di Pippa è il fulcro della storia e la protagonista assoluta, con le sue caratteristiche e segreti a mettere pepe alla storia. Clayton, altro personaggio principale, fa vivere quello che è un conflitto interiore e un viaggio alla ricerca delle sue origini. Una storia originale, che attraverso un cruciverba, svela il percorso di cambiamento di Clayton e la storia di Pippa e degli altri componenti della compagnia degli enigmisti. Si tratta di un bel libro, scritto bene, che, a volerne trovare una lacuna, purtroppo non è riuscito del tutto a emozionarmi, forse per il finale che, vista la costruzione dell’intera trama, appare forse troppo sbrigativo. Nel complesso è assolutamente consigliabile.