Incipit: il risultato

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L’esperienza di #incipit, seppur il turno non sia stato superato, mi ha lasciato una certezza: il progetto #LMDS possiede la forza necessaria per diventare realtà. E leggerlo negli occhi dei potenziali lettori non ha prezzo.

Presto renderò ufficiale una importante novità letteraria.
#comingsoon

Considerazioni

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Mi é capitato, e mi capita ancora, di seguire il cammino di artisti che a un certo punto iniziano a sentirsi un palmo superiore al resto, snobbano chi in loro ci ha creduto e volano verso qualcosa che poi, alla fine, non arriva quasi mai. Il successo. Li vedi sfiorire, anche quando aggiungono un trucco pesante per nascondere la delusione e l’amarezza che, comunque, si legge negli occhi. Non credo negli “artisti”, ma in chi ha una sola priorità: quella di raccontare se stesso, nel bene e nel male.

Considerazioni a margine

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Credo che un bravo editore debba dare un valore aggiunto al libro che sceglie di pubblicare, credere nel proprio prodotto e certo non metterlo sullo stesso piano di cose che con la letteratura non c’entrano niente. Credo che debba avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti. Studiare. Reinventarsi. Non basarsi sulla logica elementare che un autore emergente debba “vendere” ai suoi amici e quando questi sono finiti, ricominciare con un altro libro. Sicuramente chi supporta un autore emergente é fondamentale, ma solo per iniziare a camminare, non per foraggiare improbabili meccanismi perversi. C’è una bella differenza tra marketing e mercato del pesce. Credo che un editore debba essere serio e capace e che sia perfettamente inutile mettersi in vetrina come una scultura del Bernini se poi si é soltanto un vaso cinese. E, per finire, credo che il lettore sia sacro e che come tale vada trattato, senza violentarlo o costringerlo a comprare prodotti che non vuole. La serietà non ha bisogno di molte parole.

Essenza

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Stanotte non riesco a dormire. Penso, ripenso. Ma guardarmi dentro a volte non serve a niente. Perché le parole escano, bisogna farsi del male. É sempre così. Le parole sono come il sangue. La vita stessa. Si nutrono di emozioni, come ossigeno. Un gioco d’ombre. Luce, essenza. Con gli occhi, e senza.

Oltre, gli occhi

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Parole, marchi a caldo di una sonorità segreta. Parlava, mentre quella strana brezza sporca le infreddoliva le guance. Tutto intorno esplodevano colori, suoni, intrecci di racconti sparsi per terra. Ma lei, parlava. E tra il rumore metallico dell’ultimo treno, delle frenate delle automobili, dei discorsi inutili, nessuno di accorse.
Che le si erano spenti gli occhi.