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Recensione “Cu a capu vasciata” di Gianfranco De Franco”

“Cu a capu vasciata”  di Gianfranco De Franco è un disco particolare. Contiene tracce che trasudano teatro, melodie armoniose e intermezzi poetici. Ogni pezzo è un viaggio, costruito con dovizia di particolari, intensità e trasporto. Non è facile rendere musica le parole, ma questo disco mostra un risultato importante. Nel teatro la musica è spesso una componente fondamentale, in grado di spiegare, di raccontare e di costruire atmosfere. Proprio queste caratteristiche sono riscontrabili in questo lavoro. “L’attesa spezzata” comunica sentimenti contrastanti, con un suono quasi straziante del sax e le parole ne rivelano l’entità profonda e il senso doloroso, ben spiegato anche nel libretto. “Pascalina e Vittoria” è una clessidra. Inesorabile. “Na matina” è uno spaccato di vita, una storia in musica, una bella colonna sonora. “Il si” è un racconto di un momento importante, condito con parole altrettanto toccanti che si specchiano nella musicalità che si muove come una trama oscura. “Ricordi” è un pezzo che sembra perdersi tra le sue stesse note, e in fondo è proprio ciò che racconta. Il senso anche in questo caso è ben spiegato tra le righe del libretto. Anche in “Sogno negato” di toccano temi difficili, duri. Ascoltando il disco viene indubbiamente voglia di vedere lo spettacolo dal quale queste musiche sono tratte. Tutto sembra creato per accompagnare chi ascolta e vede, seppur l’album sia audio, si riesce quasi a immaginare tutto quello che le note non possono regalare. “Volo infermo” chiude questo disco con una melodia tra agghiaccianti pensieri e involontari discorsi, metafore assuefatte dal tempo. Colori sfumati tra stelle che sembrano occhi persi nella nebbia. Un disco che contiene inquietudini, sensazioni contrastanti e dure da accettare. Da ascoltare, magari gustandosi l’opera teatrale che completa queste musiche.

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