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Intervista a Celeste Gaia e recensione del suo album “Millimetro”

Una voce soffice e ammaliante. Canzoni orecchiabili che, come fragili calici colmi di favole, conquistano gli ascoltatori. Questo è il cocktail che Celeste Gaia riesce a regalare con il suo primo album “Millimetro”. Si fondono ironia e melodia in tracce come “Io devo diventare una persona normale” e “Aspette”, sentimenti e abbandono in “Indirizzo nuovo” e la sognante “Biglia”, che sfociano nel sapore di favola in “Bianconiglio”. Come un jazz stravagante viaggiano “Hai ragione” e “Supermen”, con incedere divertente e spensierato. E come non citare la ormai famosissima “Carlo”, già ascoltata a SanRemo e in tutte le radio italiane, che ha la capacità di trascinare e fissarsi a doppia mandata nella memoria. Il genere che Celeste propone punta all’immediatezza di pezzi orecchiabili, ma che possiedono un’intelaiatura e una struttura musicale mai banale, con arrangiamenti studiati e puntuali. D’altro canto Celeste conosce molto bene la musica e con essa ha creato un ritratto di se stessa, timida e stravagante, ironica e raffinata. Dolce e affascinante, come si ascolta nella canzone che da il titolo all’album. “Millimetro” sembra infatti esprimere ciò che la cantautrice può ancora regalare, anche oltre le canzoni un po’ stralunate, giovani e fresche. Il primo album è un biglietto da visita importante ed esprime un potenziale che emerge e trasporta in un mondo incantato, a volte buffo, a volte alla ricerca degli occhi della gente, come nella traccia “Mi chiamo Alice”. Un mondo tra favola e realtà, tra i raggi di un sole che acceca. Come l’esplosione di una personalità certamente particolare, queste canzoni ci raccontano chi è Celeste. E non si può fare a meno di comprenderne sia la stranezza, sia la fragranza sincera e maliziosa spontaneità di una giovane cantautrice che ha appena intrapreso un viaggio tra le favole.

Celeste si è gentilmente concessa alle nostre domande che ci aiuteranno a entrare ancora di più nel suo mondo:

1 – Le tue canzoni sono semplici, raffinate e si percepisce l’attenzione per la musica. Quanto è importante la tua preparazione musicale nella creazione     dei tuoi pezzi? Hai degli artisti ai quali ti ispiri o li lasci trasportare dall’istinto dell’essere te stessa?

Quando scrivo viene fuori tutto quello che sono. Non penso a categorie o a generi, scrivo solo quello che sento e che sono felice di cantare, quello che mi rappresenta. Nella creazione musicale non so dire quanto sia importante la preparazione musicale.. Perché è un discorso diverso. Non ci sono regole o libri che ti spiegano come fare il cantautore. È una necessità che per ognuno è vissuta in modo differente.

2 – “Carlo” è un’entità desiderata e cercata quasi di nascosto, ma Celeste Gaia cosa cerca davvero nelle persone oltre gli sguardi?

Mi piacciono le persone che sanno ascoltare e capire. Quelle che mi fanno parlare ma che mi fanno anche stare in silenzio perché le parole a volte sono di troppo.

3 – Nelle tue canzoni racconti sentimenti puri e puliti, cantati con la una semplicità disarmante. La tua immagine sembra rappresentarti e calzarti a pennello come una dimensione fiabesca. Come ti immagini “da grande”?

Mmmm.. Da grande? Non ho un’idea precisa. L’unica cosa di cui sono sicura è che per me sarà un po’ inevitabile mantenere quella parte un po’ più scherzosa tipica dei bambini, perché mi aiuta a vedere tante cose del mondo senza pregiudizi e come se fosse un po’ la prima volta. Quella parte che mi fa venire voglia di scrivere.

4 –  L’ironia è una parte che ben si sposa con il tuo lato più profondo e in una delle canzoni canti “io devo diventare una persona normale”. Cos’è per te la normalità ?

Forse normale è ciò che sembra più giusto fare o essere in certi casi. Una categoria data un po’ dalle regole imposte della società e dal comune buon senso. Ma penso in realtà che alla fine non esista davvero.. O meglio penso che ognuno abbia la sua normalità, bisogna solo saperci convivere.


5 – La rete per te è stata molto importante, ritieni che l’esperimento “SanRemo Social” possa rappresentare il futuro della musica?

Internet è un mezzo fantastico perché offre grandissime opportunità per farsi conoscere. Abbatte molte barriere. Penso che in molti casi possa fare del bene alla musica. Non so se sarà il futuro della musica, per ora è un modo di diffusione molto vasto, ma sono ancora da vedere quali saranno le evoluzioni di questo grande canale che è la rete. Certo è che non potrà mai sostituire l’esperienza di vivere una performance musicale dal vivo come può essere un concerto.

6 – Il salto dalla musica classica a quella pop e orecchiabile è arduo e per molti “impossibile”, ma tu ci sei riuscita alla perfezione. E’ accaduto grazie al tuo dinamismo o c’è un filo che unisce tutta la musica?

Penso che ci sia un filo conduttore che unisce tutta la musica. Non l’ho mai vissuto come un distacco. Sono generi diversi è chiaro, ma fanno sempre parte di un flusso dinamico che continua a dialogare tra i vari modi di espressione musicale. Per me la situazione è più o meno cambiata quando ho iniziato a scrivere le mie canzoni e ho capito che nella vita avrei voluto continuare su quella strada.


7 – Ascoltando il tuo album “millimetro”, si scopre la dolcezza e la dimensione quasi irreale che si respira tra le tracce, come a disegnare un mondo tutto tuo ma nel quale hai lasciato entrare per un attimo chi ti ascolta. Che parole useresti per descrivere il tuo disco?

È un disco molto personale. L’ho chiamato Millimetro perché penso che le cose piccole sono quelle che fanno la differenza. Quindi è pieno di dettagli e di particolari. A volte anche solo una parola può farti sentire più tua la canzone, per questo ho cercato di non dare mai niente per scontato.


8 – Ci sveli quale sarà il tuo prossimo singolo?

Ehm.. Io vorrei, non vorrei.. Ma se volessi, non potrei comunque. Però appena lo saprò sarete tra i primi a saperlo, promesso!

Ringraziamo Celeste Gaia per disponibilità.

Pubblicato su Causaedeffetto.it

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