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Recensione album “Late Night Session” di Mocce

L’album “Late Night Session” del produttore Mocce raggruppa una serie rapper talentuosi che rimano su beat evocativi e affrontano temi comuni tra i rapper emergenti. Si parla di rabbia, di voglia di raccontare le difficoltà nella realizzazione di un sogno. L’album inizia con l’intro “Aria sospesa” in cui ci sono parole dure che riecheggiano su un ottimo beat. “Feeling” ė un brano in bilico tra hip hop e soul. Una traccia intensa che ricorda il sound dei primi Sottotono. Le parole del brano “Rabbia e Sogni” sono rabbiose e raccontano una vita sull’asfalto. Sogni che si rincorrono alla ricerca di se stessi. “Qui da solo” possiede un sound che coinvolge e ricorda la musica da club. Un beat che, anche in questo caso, ricorda i Sottotono, quasi come un tributo per chi li ha ascoltati e amati. “Ora sentici” ė una risposta alla vita creata con le rime. La scuola dell’hip hop che nasce e cresce. Poesia che diventa musica. Il brano “Late Night Session” non è solo divertimento. E’ musica. Immagini che diventano note e versi. Suoni diversi. E’ la voglia di farsi ascoltare. Una musicalità non originale, ma che attrae. In “Persi” viene esplicitamente citato Tormento come maestro. Ed è inevitabile non sentirne le influenze nel pezzo. Il risultato è buono. Melodia attraente e una quantità di versi che diventano musica anch’essi, tutte componenti necessarie per un buon pezzo hip hop. Il brano “Chi sono” ė come guardarsi dentro. Le necessità e i sogni. Ė ciò che serve davvero e che fa vivere. Ed ė anche quello che uccide. Il pezzo “Sempre io” ė l’anima allo specchio. Senza regole. Un viaggio tra sogno e realtà, tra ombra e successo. Il pezzo “Questa realtà” un po’ ricorda il primo Neffa, Un beat che riporta al passato. Una serie di versi che riportano a una realtà fatta di chiaro-oscuri. Di momenti. “Balla per me” è un ballo d’amore che gira intorno ai soldi come attorno a un palo da lap dance e  che forse è una metafora di una vita parallela. Di una vita lontana. La sofferenza messa in mostra. Un sorriso finto. Il beat di “Ci vuole cuore” ricorda il suono degli anni ottanta e suona molto bene. Versi che si rincorrono. Un po’ come lo stile che i Sottotono proposero con l’album “Sempre lo stesso effetto”. Un’ottima scelta stilistica. “Non guardo indietro” racconta storie di vita, semplici, comuni. Ma di vita. Un sound che guarda oltre i giorni d’oggi. Ė voglia di futuro. Ė musica. L’album “Late Night Session” suona bene seppur non brilli in originalità, con atmosfere che riportano al sound dei Sottotono e in generale della mitica “Area cronica”.  La copertina del disco ha una grafica curata e accattivante. Un consiglio per concludere: toccare temi meno comuni nell’hip bop emergente aiuterebbe a proporre una novità che verrebbe certamente accolta con maggior entusiasmo. Nel complesso il disco si lascia ascoltare.

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