#LabirintoL'equazione - Il thrillerLa Macchina del Silenzio

Labirinto – Ep16

Nelle puntate precedenti:
Labirinto – Ep14
Labirinto – EP15
  Ep16 Davide e Fabio restavano in silenzio, il primo intento a seguire la traiettoria più sicura, il secondo a lavorare sul sistema operativo del velivolo per disattivare ogni possibile traccia che potesse svelarne la posizione. Tutto era successo in pochi secondi. Fabio era riuscito a gettare in terra uno dei soldati. Davide era stato pronto nel disarmarlo e a utilizzare l’arma per costringere il pilota a scendere dall’elicottero. – Non riesco a prendere il pieno possesso del sistema – disse Fabio. Davide trasalì. Era la prima volta che lo sentiva parlare. Lo osservò per qualche istante. – Forse non dipendeva da quel segnale – continuò il ragazzo, senza riuscire a nascondere un sorriso. – Quindi mi stai dicendo che ci troveranno presto. – – Esatto, sto dicendo proprio questo. Ed è bello poterlo fare. – Questa volta fu Davide a sorridere. – Il sistema sembra blindato. Ma temo possano inserirsi da un momento all’altro e prendere il controllo. – – O forse stanno già cercando di abbatterci. – replicò Davide, forse più parlando a se stesso. – Dove stiamo andando? – chiese Fabio. Davide sapeva che esisteva un unico posto in cui avrebbe potuto tenersi lontano dall’occhio di quel sistema di controllo. Ed era proprio lì che si stava dirigendo. – Dove il logo occhi non può arrivare. – Centro di detenzione preventiva – Pensavo fossi morta – asserì Monica. Monica aveva seguito con la coda dell’occhio quella figura femminile che si avvicinava. – A quanto pare non è così. – rispose Simona. – Che peccato – replicò l’altra. – Dobbiamo collaborare se vogliamo uscire da qui – continuò Simona. – Forse non ti sei resa conto che il mondo che conoscevi non esiste più. Che non c’è modo di ripristinare quella realtà. E che moriremo qui. – concluse Monica. – Questo è da vedersi. – – Hai un piano? – – Tanto per cominciare movimentare un po’ l’ambiente. – – E pensi che un po’ di rumore possa spaventare una macchina? – – Questa macchina l’abbiamo creata noi. – – No, io non ho progettato questa bestia. – – Hai ragione. Non è alla bestia che voglio parlare, infatti. – Monica sollevò lo sguardo per incrociare quello di Simona. – Queste persone non sono più in grado reagire a nessuna provocazione. Sono spente. – – Probabilmente è così.- – E ci staranno ascoltando. – – È quello che spero. – disse Monica, avvicinando la bocca all’orecchio della sua interlocutrice. – Potremmo parlare al nulla. Quello a cui ti stai aggrappando potrebbe non esistere più, come tutto il resto. – In quel momento i soldati si stavano avvicinando verso di loro, facendosi largo tra i detenuti. – Abbiamo fame! – urlò Simona. Qualcuno si voltò verso di loro, ma senza alcuna convinzione. Nulla sembrava fermare la marcia dei soldati. – Dateci del cibo vero! – urlò ancora Simona. – Cibo, cibo! – iniziò a scandire Monica a voce sempre più alta. – Sì, cibo! – urlò un’altra donna alle loro spalle. In pochi secondi le grida avevano coinvolto la gran parte dei detenuti, molti dei quali iniziarono a spintonarsi e a rivolgere insulti verso i soldati, i quali facevano fatica a raggiungere l’origine di quella che era diventata in pochi secondi una rivolta. Gli stessi soldati sembravano impreparati che una cosa del genere potesse davvero accadere. Il rumore e il vociare divenne sempre più forte. Simona si abbassò sotto la mole delle persone che urlavano. – Esiste un vecchio cavo telefonico nel locale lavanderie, se riusciamo a trovare un dispositivo adatto potremmo provare a raggiungerlo. Solo tu puoi riuscirci. – Monica ricambiò il suo sguardo, senza troppa convinzione. – Dove possiamo trovare un dispositivo – replicò Monica. Simona e Monica si allontanarono dal cuore della sommossa. I soldati erano impegnati a sedare la sommossa. Ma sui loro display che mostravano gli ordini impartiti era comparsa la scritta: interrogare soggetti scatenanti della sommossa. Il messaggio mostrava le foto delle due detenute che avevano scatenato la protesta. Photo by Unsplash