I pilastri della terra

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É il romanzo che tutti dovrebbero leggere. Un’avventura epica che attraversa la storia, personaggi indimenticabili, intrighi e passioni all’ombra del mistero piú leggendario. Quello delle cattedrali.
#ipilastridellaterra #kenfollett

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La verità sul caso Harry Quebert

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Un thriller avvincente. Un vortice di eventi e colpi di scena. Bello da leggere, grazie a una struttura importante e a un’architettura delle parole che permette al lettore di immergersi in una storia in cui emozioni, psicologia e narrativa creano una magia letteraria. E non é poco. #laveritàsulcasoharryquebert   

É tutta vita

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Caro Fabio Volo, “É tutta vita” é il romanzo più raccapricciante, ipocrita, patetico e cattivo che abbia mai letto. Aggiungerei una spruzzata di scrittura noiosa e ripetitiva.#fabiovolo #étuttavita 

 

“L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” di Alice Basso

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“I personaggi sono vivi, particolari, intriganti quanto evocativi di altre realtà letterarie. Questo libro è una galassia in perfetto equilibrio, un esempio di narrativa che nasconde dietro l’apparente leggerezza l’essenza stessa della vita, dei sogni infranti”.Da #causaedeffetto 

Se volete, qui troverete la #recensione e l’intervista all’autrice #alicebasso 

  

Fogli

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Cala il vento, sugli occhi stanchi, sul tempo, sulle poesie. Sulle note nascoste tra i fogli di un libro. Poi scriverlo, quel finale. E le parole, le mie.

Avevamo

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Avevamo bisogno di raccontare. Lo facevamo in ogni occasione, su un tema, sui muri, sulle panchine, sui vetri appannati. Le parole diventavano stanze. Le stanze, parole. Ogni viaggio poteva avere diverse chiavi di lettura. Vennero poi momenti meno chiari e quella necessità si offuscò. Divenne discreta. Un giorno mi accorsi di sentirmi solo. E di non sapere più come dirlo. “A che serve scrivere?”, dicevano. E mi convincevo avessero ragione loro. Sempre di più. Era infantile, stupido. Inutile.
Lo ricordo ancora come fosse ieri.
Stavo camminando su una spiaggia di inverno. Era fredda e deserta. Ed era rimasto uno spicchio di luna nel cielo che diventava chiaro.
Non uno sfizio, un vezzo, un alibi a metà strada tra il tempo e lo spazio. Una colpa. Era una necessità, un bisogno. Quello di raccontare.