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Recensione “L’eretico” di Carlo A. Martigli

Pico della Mirandola è morto prima di portare a termine la missione di unificare le tre grandi religioni. Mentre Firenze è scossa dalla peste e dai sermoni duri di Savonarola, a Roma la famiglia Borgia cerca, tra lussi e perversioni, di consolidare il potere del papato, accettando l’alleanza con gli odiati Medici, a loro volta pronti a tornare a capo di Firenze. Nel mezzo di questa guerra c’è un uomo che ha ereditato la missione di Pico della Mirandola, è Ferruccio de Mola, che con compagna Leonora, lotterà per difendere un segreto, una donna e un libro misterioso, che contiene una storia capace di cambiare il destino della chiesa di Roma e di tutto il mondo. Una storia intrigante, misteriosa, che ha origini lontane e che l’anziano monaco Ada Ta e la sua discepola Gua Li sveleranno a Ferruccio. L’eretico è un romanzo che va oltre il thriller, documentato dal punto di vista storico e curato da quello narrativo. Una storia ricca di spunti e riflessioni che trascina il lettore attraverso intrighi papali, inganni e inseguimenti. Riesce a raccontare uno dei segreti e dei misteri storici più importanti, svelando un enigma e allo stesso tempo parlando all’anima e al cuore. La tecnica e la potenza della documentazione rendono questo libro un’opera importante e una scoperta narrativa. Degno seguito di “999 – L’ultimo custode”, “L’eretico” estende e approfondisce l’idea dell’unificazione delle tre grandi religioni. Carlo A. Martigli è un autore intenso e raffinato, che racconta le passioni, i tradimenti e le perversioni dei Borgia e dei Medici e l’amore incantato di Ferruccio e Leonora e ci permette di fare luce su molti aspetti poco conosciuti della storia. Insegna e intrattiene in un vortice che conduce alla scoperta di uno dei segreti più importanti dell’uomo. Un romanzo da non perdere.

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