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Recensione dell’album “Via di Fuga” di Vincenzo Maggiore

L’album “Via di Fuga” di Maggiore è intenso e accattivante. Possiede melodie avvolgenti e parole talvolta dure, talvolta più dolci, ma mantenendo sempre un livello poetico molto alto. Il primo brano è “Una sottile punta d’Africa”. E’ un viaggio nell’anima, nelle sue contraddizioni, oltre la natura dell’uomo. Una ballata orecchiabile e intensa. “In segno di protesta” rappresenta la ribelle contrapposizione del bene e del male. La cultura della protesta, del respiro, di tutte le componenti che creano la vita stessa. “Pezze a colori” è una canzone dal suono leggero, che avvolge. Una poesia che scivola tra i versi di una piccola malinconia, nei sogni. E nei ricordi, come, appunto,  pezze a colori. “Parole Sante (cosa vedi e cosa no)” è una ballata che poi è un giro attorno alla natura dell’uomo, di quel resta oltre i discorsi della gente. Di quell’immagine che tradisce la mancanza di un senso. Il brano “Un bacio sul treno” regala le parole che costruiscono un castello di speranze, raccontano una storia sfuggente, ricca di immagini e sensazioni contrastanti quanto poetiche. L’attesa di un sogno, così vicino da poterlo toccare. “Un tempo prezioso: Un brano riflessivo, fatto di pensieri e momenti. Guardarsi dentro e sostenere il proprio sguardo allo specchio, o, almeno, provarci. La certezza che si scopre una sfumatura. Perdere il tempo, e rivalutarlo. Scoprirlo. “Parte unica” è un incantevole brano dalla melodia sognante e le parole profonde. Introspezione e luci tenui, su note leggere, ma forti nella loro intensità. Un incedere che sembra l’attimo poco prima di volare.  “Sotto le scarpe” parla dei passi della vita, i resti di un passato e un futuro che scivolano tra le dita. L’addio che lascia i ricordi a contemplare un’immagine sfumata di malinconia. Un quadro di quello che resta, e di ciò che non si riesce a capire, come un attimo di pausa.  “Via di fuga” è un pezzo soffice e forte, una favola spietata di vita. La ferita e la pace, l’incontro sfuggente con se stessi, proprio mentre si sta sfuggendo via. “Casa mia” è la canzone che chiude il disco. Un brano più ritmico che ondeggia tra folk e pop, tra l’ipocrisia di una cultura e la voglia di cambiare. La certezza che l’ideale potrebbe non essere sufficiente per credere in una svolta.  “Via di fuga” è un album poetico, riflessivo e carico di sensazioni spesso contrastanti ma che evidenziano i passi della vita, la delicatezza dei ricordi e che mettono in luce la passione per la musica e per la vita che permette di crearla. Un bel disco.

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