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Recensione album “Little Italy” dei Gto

L’album “Little Italy” dei Gto contiene canzoni appassionate e ricche di atmosfere popolari, di personaggi che accompagnano l’ascolto e aneddoti curiosi. Il disco di apre con “Barabba”, il cui ritmo è un come ballo, un’ode alla metafora di uno dei personaggi biblici più importanti. Nel brano “Il rude” fa la sua comparsa un altro personaggio particolare con le sue contraddizioni e suoi punti di forza, che si scontrerà con la sua più profonda fragilità: la paura della morte. L’arrangiamento e il modo di cantarla ricorda le prime canzoni di Adriano Celentano, con quelle venature rock che colpiscono sin dal primo ascolto. Il pezzo che regala il titolo all’album, “Little Italy”, ha una musicalità che ricorda, seppur da lontano, “la mia banda suona il rock”, anche nelle sonorità, in un pezzo che si fa ascoltare, e racconta le caratteristiche di un paese con le sue contraddizioni. Anche in questo caso il riflettore punta sulle particolarità del paese e dei suoi meccanismi, in questo caso il paese è l’Italia. “La via del mare” è una ballata che scandisce lo scorrere del tempo, in un addio in cui un’anima naufraga tra ricordi dolorosi e indolenti, sulla via del mare.  “Lumea mea este” è un viaggio che la musica invita a fare, tra luoghi col sapore di note e di sabbia nell’aria, lo spettacolo che continua. “Montedoro” è invece un ballo, una storia. Atmosfere che accompagnano a un tramonto ricco di emozioni e sogni, che diventano musica. “Granelli di sabbia” è una melodia che colpisce sin dalla prima nota, riecheggia tra le parole dipinte di poesia. Un vacanza, una notte, e profumi della pelle cosparsa di sabbia, che un ricordo che non vuole andar via. “Cielodivento” racconta i propositi e i progetti che attraversano i mesi, gli istanti, in futuro che sembra lontano, ma che è già qui, a portata di sogno. “Amore fermati” è musica popolare, una storia di un amore nato male. Come un tango, tra passione e tradimento. Tra poesia e fuga. Un’armonica suona la melodia dolce e amara. Il brano “La regina” parla di una donna, quando è la vita che si muove, e la fa ballare. Una donna che smuove i sentimenti altrui, dall’amore all’invidia, dalla passione allo smarrimento, ma che porta custoditi con dentro di sé i suoi. Regalandoli solo alla notte. “La festa popolare” racconta uno spaccato di vita, un’istantanea di una festa, gustata da personaggi surreali e reali, che è una lotteria, che è la vita stessa. Questo disco contiene canzoni dal sapore popolare e ballate che sussurrano poesia, questo disco scorre come un fiume ricco di parole e atmosfere gustose. Ricco di aneddoti e personaggi intriganti e coinvolgenti. E’ musica che richiama il passato, ma che si proietta nel futuro. E’ un ballo sin dalla prima nota, porta per mano ad ascoltarne le sfumature. Un bel disco.

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