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Recensione album “Libera te” di Roberta Pagani

L’album “Libera te” di Roberta Pagani inizia con il brano “Nuova Luna”. Un pop che ricorda il sound anni ’80. Una melodia che non sembra tuttavia decollare. Una voce che dimostra molta tecnica, ma la base che colpisce.e la struttura melodica è carente. La canzone “Tesla” è ricca di metafore, e richiami sentimentali per una melodia che anche in questo caso non entra nel vivo, troppo nebuloso e ripetitivo. “La legge di Darwin:” è il tentativo anche in questo caso di sfruttare l’analogia per costruire un testo originale, l’idea potrebbe funzionale, tuttavia la base e la melodia peccano. I giri vocali tendono a somigliarsi troppo verso dopo verso. Brano troppo gridato. “Gocce di inconscio” è un brano che si discosta in alcune parti dalle canzoni precedenti, c’è una miglior dinamica e flessiosità dell’incastro voce e melodia. Come già evidenziato nei pezzi precedeni la metrica apparre molto appesantita sulla melodia ripetitiva. “Libera te” è un pezzo che convince poco, con un ritornello che non funziona. Si percepisce la volontà di richiamare atmosfere anni ’80 o comunque del pop di quel periodo, ma il risultato è di non individuare l’obbiettivo. Ricorda alcuni brani di Antonella Ruggiero, con metafore ed evoluzioni vocali. Si percepiscono però le criticità già citate.“Naturale” è un brano che suona con una vaga tentenza dance, ma con una musica e un sound completamente non attuali. Il testo è vittima di una metrica che anche in questo caso non convince. L’album “Libera te” è un album che tenta di richiamare atmosfere conosciute, ma non affonda le radici. Ci sono metefore complesse che appesantiscono i testi e non danno lustro alla vocalità che potrebbe dare di più con melodie più studiate. Le basi non suonano bene e poco si adattatano alla voce dell’artista. C’è ancora molto da lavorare.

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