Nel cuore di ogni guerra

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Le rivolte di questi giorni del popolo della Tunisia e dell’Egitto per la libertà sono lo specchio di un tempo che cambia. Il mondo forse sta davvero crescendo e la voglia di urlare è esplosa come all’improvviso. Anche il popolo dell’Iran ha provato a manifestare per la propria libertà, continuando a subire la tirannia di una dittatura troppo radicata per poter spesso essere soltanto vista. Le radici dell’odio sono sempre profonde e difficilmente sono spiegabili in poche parole, ma il senso delle cose è da ricercare nelle parole salvate da un libro che brucia. Così anche i popoli ai quali la parola è stata per tanto tempo negata ora voglio parlare; ed è giusto che lo facciano. Se la certezza di Bush era quella di esportare la democrazia con i proiettili, Obama riesce a parlare a queste persone, provocando un vero e proprio terremoto politico nelle dittature medio-orientali. Forse il Nobel per la Pace inizia davvero a essere guadagnato. Si sente un’aria nuova e le vecchie paure sembrano di incanto svanire. Nel cuore di ogni guerra c’è la voglia di vivere ed è quella che respirano gli immigrati che sbarcano a Lampedusa. Sono le stesse persone delle quali spesso abbiamo paura. Potremmo essere noi quegli occhi persi in mezzo al mare, potremmo essere noi a dover piangere per non morire. Coprirci con una coperta troppo corta come una bandiera potrebbe non avere un senso. Nasconderci dietro un patriottismo inesistente non ci salverà dal fare i conti con il mondo che cambia e nemmeno farci scudo dei nostri colori di sempre, il rosso, il verde e il nero. C’è una luce che vuole tornare a illuminare la nostra mente: si chiama cultura. Non annientiamola per rincorrere il sogno artefatto delle tette e dei culi che i tiranni mediatici vogliono ancora venderci accarezzandoci dolcemente. Un vecchio detto racconta: “quando il diavolo ti accarezza..vuole l’anima”.

Il delitto

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Portò le mani sul viso. Pianse.

Nessuno riuscì a capirne il motivo.

Le gocce di pioggia bagnavano i suoi capelli, confondendosi con le lacrime.

Era bastato un sogno, per continuare a credere che potesse farcela.

Quel giorno non sarebbe arrivato mai.

Se ne rese conto mentre bruciavano la bandiera.

Un nemico immaginario aveva ucciso la sua più grande amica.

La trascinarono in una camerata nella quale centinaia di altre donne urlavano.

Denudate.

Dalle piccole finestre un po’ di luce si faceva spazio tra le sbarre.

La libertà era morta.

La legge non è uguale per tutti

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Uno dei principi della nostra Costituzione è fortemente a rischio. “La legge è uguale per tutti”. Sappiamo tutti di cosa stiamo parlando. I tentativi di rendere legittimo tutto ciò che di legittimo non ha alcunchè è ormai in atto. C’è chi chiede l’intervento della commissione europea per ristabilire la giustizia e a richiederla sono proprio quelli che cercano di trasformarla in un lascia passare per ricchi e potenti. La riforma della magistratura per renderla impotente è un rischio terrificante. Perchè mai la gente riesce a pensare che un ex-industriale possa avere a cuore gli interessi della gente comune? Forse nessun politico potrebbe farlo, questo è vero. Ma dubito fortemente che un attentatore della costituzione possa far di più. E’ in corso una manifestazione per la difesa di Berlusconi, urlano “Silvio resisti”. Il premier urla al Golpe. Secondo il suo “autorevole” parere i media internazionali (Times) che parlano male di lui sarebbero istigati a farlo dai comunisti italiani. La contraparte politica (quel che resta della sinistra) sonnecchia e ogni tanto “urla” stancamente un “dimissioni subito, ma non voto ora, ci vuole un governo di responsabilità” (solo perchè sanno che perderebbero le elezioni senza nemmeno passare dal via).

La verità è che questa gente ci costa e ci fa fare orribili figure nel mondo. Non fa che fomentare un’immagine che ci vede caciaroni, incapaci, mafiosi etc etc..Poi, c’è questa protesta in atto, sempre dalla “sinistra”, sulla dignità della donna. Parliamone. Penso che le donne nel tempo abbiano conseguito tanti risultati e giustamente. Una parte di essere preferisce ancora essere una bambola dei potenti: è un dato di fatto. Ma per fortuna queste sono la minoranza, ma esistono. La dignità la si dimostra tutti i giorni e non credo che una donna debba urlare il diritto di avere dignità quando ogni giorno lavora, accudisce i figli. Dovrebbero essere messe al bando le donne che si vendono, oltre ovviamente agli uomini che comprano. Posterò un manifesto di una discoteca nel livornese che spiegerà meglio quello che sto dicendo. Non penso Berlusconi abbia ragione, sia ben inteso, ma credo che alcune di queste donnette lo abbiano usato per i loro scopi e per le sue debolezze. Questo forse mi fa inorridire ancor più delle le azioni scellerate del Premier. Il successo che queste donne cercano è da ottenere a ogni costo, non solo vendendo il corpo ma forse pure l’anima.
La politica e lo spettacolo sono spesso stati crocevia di scambi più o meno a base sessuale, ma c’è un limite? Se poi questo sfocia in indagini e qualcuno mette nero su bianco che certe cose sono illegali è lecito che si cerchi di cambiare le leggi? La legge a quanto pare non è uguale per tutti.

Il sangue bianco e nero

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In questi giorni mi è capitato di soffermarmi a pensare alle varie vicissitudini politiche interne al nostro paese e a quelle internazionali. Il quadro non è buono. Se nel nostro paese siamo scossi per questioni pseudo-morali come le presunte feste di Berlusconi, dimenticando questioni più importanti come Mafia e Camorra, nel mondo è in atto una serie di proteste che fanno pensare. Le due cose sono collegate? Non lo so, forse. Credo che la politica italiana e più in generale quella europea siano legate a un equilibrio internazionale. Il governo italiano è tenuto in piedi dalle componenti del Pdl e della Lega. Di quest’ultima conosciamo il punto di vista sulla questione internazionale e nazionale. Il puntare su un federalismo comunale prevede una logica volta più al frazionamento che non alla coesione di più realtà, ma basta guardare le strade delle nostre città per accorgerci che ci sono nuovi sviluppi e nuove culture che sono entrate a far parte del tessuto urbano e culturale italiano. Non accettarlo sarebbe da non vedenti. Eppure non mancano i tentativi di allontanare questa integrazione marchiando chi è diverso con un colore diverso. E’ un problema che abbiamo già conosciuto. Nel resto del mondo i paesi come Cina, India e tutto il comparto di origine islamica cercano di emergere con le buone o con le cattive maniere. L’egitto è al confine di una guerra civile per la propria libertà, eppure molti politici nostrani non vedessero alcun tipo di problema dittatoriale in quei posti, anzi, per molti di noi l’Egitto è solo una meta turistica. Dimentichiamo che le nostre religioni sono nate in quei posti, che preghiamo personaggi vissuti in quei luoghi. Buona parte dei nostri politici strizza l’occhio a una politica di tipo cattolico. Tutto sembra slegato, ma non lo è. Qual è la natura cattolica se non quella dell’accettare chi è diverso da noi? Il termine “Parlamentare” non dovrebbe indurre a farci pensare a qualcosa simile al “discutere”? La verità è che l’estremismo è ancora alla base della nostra politica, il trincerarsi dietro maschere di finto perbenismo ci porta a vedere gli altri come un problema, a vedere il diverso come il problema. In tutto questo molti paesi mondiali si stanno armando, sono pronto e preparati da anni a una guerra che va ben oltre la nostra immaginazione. Che va ben oltre quello che noi stessi sappiamo delle guerre del passato. Siamo di fronte a un pericolo imminente. L’informazione è un campo nel quale si fanno milioni di vittime e la prima di queste è la libertà di espressione. Le compagini prevedono schieramenti ben precisi, chi è fuori rischia il silenzio. Spesso il sangue non ha colore rosso, ma bianco e nero, quello delle pagine dei giornali, dei siti. La televisione è ormai solo l’oscuro presagio di qualcosa che non funziona come dovrebbe, forse proprio nei nostri occhi si nasconde quella parte marcia, che ci fa sembrare importante quello che in realtà non lo è. Se la censura fossimo noi stessi? Le nostre paure? Come potremmo rendercene conto senza ulteriore spargimento di sangue bianco o nero che sia?

L’antica macchina del fango

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La macchina del fango produce opere di screditamento dei personaggi politici di turno; si tratta di un meccanismo infermale utilizzato una volta da una parte, una volta dall’altra. Il risultato è “un’infezione” dell’informazione mediatica e su carta stampata. Non ci sono parti buone e parti cattive in questo sistema, semplicemente ognuna di essere utilizza le armi di cui è a disposizione. Si va quindi dai giornali, ai siti web, alle televisioni sino ai cartelloni pubblicitari. Ciò che questo “ingegnoso” sistema va a toccare è la morale pubblica. Cerca di minare il pensiero dell’uomo comune facendo vedere in cattiva luce il personaggio che si intende infangare. Non esiste verità in questo, ma omissione. L’informazione viene manipolata con destrezza e tenuta in caldo per quando diventa necessaria. Spesso queste opere sono in grado di monopolizzare l’attenzione dei media per mesi e anni, tante volte sono in grado di soverchiare dittature, governi, di placare o creare vere e proprie guerre. Questo discorso può essere visto come una evoluzione di quello che era l’antico (se lo è davvero) spionaggio. La macchina occulta costruisce un mondo a suo volere ed è in grado di modificarlo semplicemente riprogrammando i pensieri del popolo e tenendolo allo scuro dalle alcune informazioni. Una complessa evoluzione può essere costruita distogliendo l’attenzione da un accadimento per puntarlo su un altro creato ad hoc. Mossa molto importante laddove è necessario “far calmare le acque” prima di sistemare definitivamente i problemi. Questa è una semplice spiegazione molto rudimentale di ciò che è in atto in particolar modo nel nostro paese e in maniera diversa (ma torneremo su questo argomento) nel resto del mondo. Per ora era mia intenzione dire quello che a molti sembrerà banale, ma ad altro lo parrà meno. Il nostro pensiero è sotto controllo.