#LabirintoL'equazione - Il thrillerLa Macchina del SilenzioSenza categoria

Labirinto – Ep13

Nelle puntate precedenti:

Labirinto – #Ep1 – #Ep12

LUCCA

In un locale del centro della cittadina toscana, un uomo vestito con una semplice camicia arrotolata sugli avanbracci e dei pantaloni bianchi di cotone porse un biglietto da visita al suo interlocutore.
Sul biglietto faceva mostra di se il logo e il nome dell’azienda per cui lavorava: la Dhk.

A poche decine di metri una donna era arrivata davanti al Duomo per osservare da vicino il disegno del labirinto posto sulla facciata laterale.

La donna si chiama Giada, un tempo lavorava come guida turistica. A seguito della grave crisi economica che aveva colpito il mondo intero aveva dovuto cercare un altro mestiere e qualche mese prima era stata assunta da un’azienda di logistica.
Non ricordava il motivo per il quale provasse la curiosità nei confronti di quell’incisione. Sentiva dentro di lei qualcosa che la spingeva a guardarlo, osservarlo. A toccarlo. Un desiderio ancestrale che proveniva da qualche parte del suo cervello, ma che non riusciva a spiegarsi. Aveva letto in un articolo che esistevano incisioni simili a quella in diverse chiese, molti di quei disegni erano stati creati con mosaici, molti erano andati distrutti nel tempo. Aveva letto che si trattava di una raffigurazione simbolica a cui facevano ricorso i pellegrini che per diversi motivi non potevano raggiungere Gerusalemme per recarsi al Santo Sepolcro. Per qualche assurdo motivo questa storia la attraeva, sentiva come se in una sua vita precedente quell’informazione avesse potuto cambiare qualcosa dentro di lei. Come se si trattasse a sua volta di una linea da seguire. Ma l’unica cosa che aveva in agenda era di riprendere il suo turno di lavoro alla guida di un furgone.

A poche decine di metri da lei l’uomo che aveva ricevuto il biglietto da visita si era congedato dal suo interlocutore, che poche prime lo aveva cercato per proporgli qualcosa di importante e urgente. E in effetti lo era. Raggiunse l’uscita della piazza dell’Anfiteatro e si avviò in direzione del Duomo. In quel momento incrociò lo sguardo di un giovane donna. A colpirlo erano stati forse i suoi capelli rossi, oppure il colore verde dei suoi occhi. Oppure era stato qualcos’altro.

Sede monitoraggio e controllo

Sul monitor degli uffici di controllo del sistema di monitaggio e controllo erano comparse delle anomalie. Non succedeva più da diverso tempo. I responsabili stavano mettendo in campo tutte le risorse disponibili per capire cosa stesse generando quel problema.

I tecnici avevano ipotizzato l’idea che ci fosse una falla nel sistema e che qualcuno o qualcosa la stesse sfruttando per veicolare informazioni. In quel momento l’anomalia proveniva da una cittadina italiana di nome Lucca.

L’anomalia riguardava il comportamento anomalo di due soggetti che sembravano aver infranto per un attimo la rete di influenza del sistema. Sul momento pensarono a un potenziamento del segnale, ma dalle verifiche che in quel punto la potenza del segnale era già al massimo.

I tecnici scandagliarono i video delle telecamere di sicurezza e analizzarono il periodo antecedente rispetto all’anomalia e che riguardava i due soggetti. Notarono che l’uomo aveva avuto un incontro con un’altra persona che però il sistema non era in grado di identificare. La ragazza invece non sembrava essere di particolare interesse, salvo l’interesse che aveva provato osservando una delle incisione presenti sulla facciata del Duomo di Lucca. Il Labirinto. L’ordine fu perentorio. Inserire entrambi i soggetti nella lista numero uno. Quella degli individui che andavano studiati, per poi essere soppressi.