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La vera liberazione

Ogni santa volta c’è qualcuno che approfitta di questa festa per legittimare una dittatura con dietrologia e revisione storica. Facciamo chiarezza, gli italiani sono stati fascisti. La resistenza é nato come movimento di disertori, tra i quali si nascondevano veri e propri banditi. Con l’avanzare della guerra al movimento si unirono persone che iniziavano a scappare dal regime che perdeva terreno. In quella fase storica il comunismo viveva una grossa crisi, quindi errato etichettare quel movimento come comunista. Alcune di queste persone si sono macchiati di atti vergognosi? Sì. Come sempre esistono delinquenti e l’odio verso “l’invasore” é stato riversato nei modi più impensabili. Questo fai dei partigiani dei criminali? Assolutamente no. Se quel movimento non fosse stato aiutato dall’esterno avrebbe combinato poco. L’aiuto é arrivato dagli americani. Motivo per il quale l’Italia, fascista, perse la guerra, fu costretta a pagare per anni i debiti contratti per il suo salvataggio. Gli italiani provarono per molto tempo a lavarsi la coscienza cantando “Bella Ciao”, come se questo li allontanasse dal peccato originale, essere stati fascisti. Purtroppo si discute molto sul come siano nate le diverse dittature nel mondo, fascismo in Italia, nazismo in Germania, Franchismo in Spagna e tante, tante, altre, ma la verità è che se si smette di riflettere, di farsi domande, si smette di esistere. Il revisionismo storico è sempre esistito, ma ha quasi sempre riguardato tutte le diverse fazioni delle tante guerre che si sono succedute. Ma torniamo al peccato originale, per cosa festeggiamo, per la liberazione dall’invasore (che come Italiani abbiamo praticamente sposato, parlo ovviamente dei tedeschi), o dal fascismo, che da movimento socialista si era trasformato di un delirante esercito di teste vuote pronte a tutto per seguire folli principi? Ma andiamo ancora più a fondo. Perché odiamo il fascismo? Conosco e ho conosciuto molte persone che dichiaravano apertamente che “durante il fascismo si stava bene”, allora dov’è la verità? La verità è che stai zitto e accetti ogni cosa che viene imposta dal potente di turno, se questo non ti fa star male, puoi sopravvivere a qualsiasi tipo di dittatura, anche quella più subdola che da fuori sembra un’isola felice, e quante volte ho sentito ripetere questo concetto da teste vuote fedeli altro proprio Re. Se accetti di non pensare, di privarti delle tue idee, allora sei parte di quella dittatura, a prescindere da come servirai il padrone di turno. Cosa vuol dire questo? Che più che basarsi sulle parole che vengono espresse, mi piace soffermarmi sulle azioni che nella vita vengono fatte. Sono quelle la cartina torna sole di chi siamo veramente. Quella che può farci pensare e magari immaginare cosa e chi saremmo stati se avessimo vissuto in quel regime o in un altro. E una cosa é certa. Chi si pone domande in qualsiasi regime sarebbe stato torturato, esiliato, umiliato, reso prigioniero e molto probabilmente, alla fine, ucciso. Non chiuderò questo testo dicendo cosa penso io. Chi mi conosce sa bene chi sono. Riflettano gli altri, soprattutto quelli che a queste parole non saranno nemmeno arrivati a leggerle. La vera liberazione é relativa. Che ognuno festeggi per quella che ritiene importante per la propria vita.