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La prima malinconia

Al mattino mi capita spesso di incrociare giovani studenti, delle superiori o dell’università, che vanno a lezione e di sentirli parlare. Alcuni di essi hanno gli occhi pieni di speranza, di sogni, di voglia di lasciare un segno in questo mondo. Sono i momenti in cui provo una certa malinconia, devo ammetterlo. E non per l’età, non mi vergogno dei capelli o della barba bianca, ma per quello sguardo che mi accorgo di non avere più. Credo che prima o poi capiti a tutti quelli che diventano grandi, di aver visto infranti i propri sogni, magari da personaggi gretti e mediocri. È una storia di cui ho sempre conosciuto il finale, ma questo non basta a soffocare l’amarezza. Ma è la vita, ed è così. Allo stesso tempo spero sempre che questi ragazzi quello sguardo possano non perderlo mai. Che davvero possano riuscire a cambiare qualcosa, a riuscire a realizzare quello in cui credono. Si parla sempre male di loro, troppo, forse. Siamo state teste di cazzo anche noi, un tempo. Idealisti e presuntuosi. Spero davvero che qualcuno di loro possa riuscire a farcela, sinceramente. Le nostre università sono piene di ragazzi di valore, persone a cui dare fiducia. Dovremmo imparare a valorizzarli. E non a sprecarli.