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Recensione dei “Canti bellicosi” de I Cosi

Scrivere canzoni nuove è sempre difficile, così come lo è ricercare l’originalità. I canti bellicosi giocano con le parole e la musica per cercare un equilibrio nuovo, seppur a volte instabile. Cercano nel passato della musica, pensando tra ciò che è rimasto scolpito nella memoria della musica. In molti pezzi si sentono richiami alla musica degli anni 60′ e 70′, abilmente inseriti in melodie e arrangiamenti attuali. Il pezzo che apre l’album è “Canti bellicosi”, una canzone che presenta sonorità forse note, ma che si prestano bene a questo tipo di musicalità, legata a doppia mandata con la musica leggera più classica. In “Cerco dentro me” si sente il richiamo a un rock melodico che cerca spazio tra le emozioni più sconosciute e imprevedibili. La canzone “Universo” è un richiamo al passato e ai sentimenti dimenticati in echi lontani, nascosti tra le parole e le scie melodiche che nascono da un mondo musicale che ha lasciato il segno in ognuno di noi. “Settimana enigmistica” e “Romanticamore” sono ballate con un ritmo ipnonico e in cui si percepisce l’abile ricerca nella realizzazione del testo. Con “L’assedio” si fa strada un rock primordiale, miscelato alle sonorità antiche e sempre gradevoli e che rinascono regalando una musicalità accattivante. “Le ragioni degli altri” possiede un linguaggio criptico che a tratti si apre, musicando punti di vista chiari e obbiettivi.

“Se non” è un pezzo lento con un incedere soffuso e leggero, incantato, quasi ovattato. “Fotografia” propone accordi semplici e parole che scivolano come gocce di pioggia. Nubi dissolte e pensieri a lume di candela, tra presa di coscienza e ricordo. Chiude l’album “Quello che so”, una ballata sottovoce, in cui le parole sembrano affondare lentamente nella melodia di questo pezzo.

L’album “Canti bellicosi” sa farsi ascoltare ed è chiara la volontà di unire la tradizione musicale italiana e internazionale in un nuovo stile che potrà un giorno diventare unico. C’è ancora da lavorare, ma l’inizio è certamente degno di attenzione. Creativi e malinconici, talvolta struggenti e determinati. Un’ottima miscela da cui partire per creare pezzi che restino nella storia della musica italiana.

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