Interviste

Intervista a Regina, autrice dell’album “Benvenuti nel mio regno”


L’hip hop è davvero un genere difficile da fare per una donna, o qualcosa sta cambiando?

L’hip hop è un mondo maschile e maschilista e i pregiudizi sono ancora di più in un paese patriarcale come il nostro. L’importante è non sottostare a certe forme di ignoranza e cercare sempre di migliorare. Personalmente non giudico il lavoro dei miei colleghi maschi, ma preferisco sempre lavorare sodo sui miei progetti. Faccio tesoro delle critiche costruttive e sorrido contro le cattiverie a gratis : alla fine chi parla alle spalle, sempre dietro resta, no?

Nei tuoi pezzi tratti argomenti difficili come la politica e l’economia, un artista può, a suo modo, fare qualcosa per migliorare la situazione attuale, spesso decadente?

Hai usato il termine corretto “decadente”. Fin dall’inizio del 1900 si parla di decadenza, di incomunicabilità e gli artisti nel corso dell’ultimo secolo ne hanno parlato in tutte le forme artistiche ( es. Pirandello, Joyce, Kafka, l’espressionismo nelle arti visive, ecc..).

L’artista parla alle corde dell’anima; racconta il mondo con i colori più vivi e le parole più crude.
L’arte – in ogni sua forma – può divenire il mezzo di comunicazione più potente con cui far circolare argomenti “scomodi” , perché arriva diretta all’ “ES” del fruitore e niente può fermarne il messaggio.

Historia docet che anche se sottoposto a censura un messaggio artistico non viene fermato, ma anzi se ne esalta la potenza!

Vaticano Spa credo sia uno dei tuoi pezzi chiave, come ti poni come persona e come artista rispetto alla religione? Credi abbia ancora un senso un sistema come quello della Chiesa Cattolica? E cosa pensi delle altre religioni?

Non ho padroni né temporali, né spirituali. Non credo in nessuna religione: per me le professioni religiose non sono altro che un modo per comandare le masse ed incutere timore in esse con l’idea dell’ “indice divino che giudica”.
L’unica religione che seguo è il rispetto della vita di ogni essere vivente e l’unico dio che riconosco è il Pianeta Terra, contro cui bestemmiamo quotidianamente violentandolo in ogni modo.
Non rispetto la chiesa cattolica, né il vaticano.

Come potrei sentirmi rappresentata da un governo totalitarista che si è imposto con la violenza ed il terrore?

Non credo nell’esistenza di un “dio” e anche se – per qualche illogica ragione – esistesse non meriterebbe altro che il mio disprezzo per tutto quello che succede quotidianamente nel mondo e soprattutto per quello che permette che venga fatto in suo nome.

Sono solo cosciente di essere un semplice mammifero bipede, il cui gruppo di appartenenza lo obbliga a indossare una “maschera sociale”.

Vivo da forestiere della vita alla Pascal.. Una volta squarciato il cielo di carta non si può continuare a vivere sotto il teatrino degli orrori manovrati come marionette!!

Sono una fiera eretica; una strega contemporanea, forse l’ultima che non potranno bruciare e fino alla fine griderò contro la chiesa in difesa dei diritti umani.

Nei tuoi brani parli spesso della “laurea” poco utile nel mercato del lavoro. Secondo te questo fenomeno dipende dalla mutazione del mercato del lavoro o delle ambizioni dei giovani? E quanto è importante lo studio per essere competitivi nel campo della musica?

Non esistono più possibilità per noi giovani né qui né all’estero, almeno no per noi api operaie. L’unica possibilità di successo è dovuta o alla fortuna di un cognome importante o alle “marchette” che si possono fare nella vita. E’ una versione cinica della vita, lo ammetto, ma purtroppo vera. La vita è fatta di compromessi.. Personalmente il mio compromesso è stato di preferire guardarmi sempre nello specchio ed essere fiera di me stessa, delle mie scelte anche se hanno compromesso la mia carriera.
Non rinuncerei mai ad essere me stessa per una poltrona.

Non c’entra la mutazione del mercato, questo è la scusa con cui giustificano i vergognosi contratti  che ci obbligano a firmare per avere uno straccio di impiego sottopagato.

Allo stesso tempo, però, considero essenziale la Cultura.

Un libro può diventare l’arma letale contro l’ignoranza a cui vogliono farci adattare per controllarci.

Avere una Cultura è importante per avere una mente aperta; per sapere ascoltare e discutere e chiedersi i perché della vita; quei perché che ti rendono infelice, ma che sicuramente ti rendono libero!

Ritengo che per un artista sia fondamentale avere una discreta Cultura non solo per una corretta costruzione metrica dei testi ( es. il prediligere un’assonanza ad una rima bacia o saper far tesoro delle allitterazioni per dare ritmo al testo ), ma anche e soprattutto per affrontare i temi più svariati senza esitazioni.

Una donna per fare hip hop non deve rinunciare alla sua femminilità, questo è uno dei concetti a cui tu credo sia molto legata. Pensi che nel mondo dell’hip hop si faccia ancora troppo uso della “donna immagine” nei video, “usata e descritta come trofeo” dal rapper di turno? E il momento che la donna ne diventi protagonista ?

La donna è considerata un oggetto sessuale nella cultura occidentale ed il rap è stato influenzato da questo.
Personalmente lotto da sempre contro il concetto di bambola senza cervello e contro l’immagine stereotipata di una donna malata.

I modelli con cui bombardano le nuove generazioni sono la causa del diffondersi di malattie mortali quali bulimia e anoressia.

Sono una fiera taglia 46 a cui piace tanto mangiare. Quando mi guardo allo specchio vedo una donna di 30 anni formosa e sensuale e non mi scambierei per niente al mondo con quei modelli a cui vorrebbero farci adeguare.

E’ il momento che la donna diventi protagonista non del rap, ma della propria dignità di DONNA!

Cosa pensi dei modi di divertirsi delle nuove generazioni? Quando è diventato importante “sballarsi”?

Sballarsi è diventata una moda, un must! Se non prendi droghe sei out.

Se fai rap e non assumi cocaina e non ne parli nei testi sei uno sfigato.

Personalmente mi vergognerei a trattare certi argomenti nei testi: nel farsi del male non c’è niente di cui vantarsi!

Preferisco rimanere vecchia scuola, uscire con gli amici di sempre ( pochi ma buoni), bermi una birra e passare una “noiosa” fantastica serata!

Pensi che la realizzazione di canzoni “ad alto contenuto sociale” possa in qualche modo ostacolarti nel campo della musica?

Eccome! Il mondo vuole dare solo certi messaggi e quando una voce stona dal coro, la si toglie dal gruppo.

Io non canto su commissione, ma col cuore e con la testa e lo faccio per le persone.

Voglio dare al pubblico dei veri contenuti, emozioni forti e suscitare in esso dei punti di domande. Non voglio fornire le risposte: non devono credere in me, come in nessuno dei messaggio che ricevono già pronto, ma prendere i miei testi come degli spunti su cui fare le proprie ricerche e meditazioni.

Voglio essere il fiammifero con cui iniziare a farsi luce nelle tenebre, ma spetterà poi ad ogni singola persona decidere se farsi ancora luce o spegnerla.

Ringrazio l’artista Regina per la disponibilità e per averci presentato la sua musica.

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