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Intervista a Carlo A. Martigli, autore de “L’Eretico”

Abbiamo recensito il romanzo L’Eretico e posto alcune domande all’autore Carlo A. Martigli.

Ecco l’interchattazione:

Nel tuo ultimo libro tratti un tema complesso, quanto ti è costato in termini di impegno e come hai gestito la fase di reperimento delle informazioni?

In tutti i miei romanzi, L’Eretico compreso, il lavoro di preparazione è lungo e procede insieme alla stesura del romanzo. Più o meno su dieci ore di lavoro almeno otto le impiego per ricerche, che significano anche viaggi nei luoghi che racconto e biblioteche universitarie alla ricerca delle fonti. Ma la ricerca più lunga è quella che faccio al mio interno, per scoprire le emozioni, i sentimenti e le passioni che cerco poi di trasferire nella storia che racconto.

Affronti con molto impeto il tema per rapporto con le tre religioni, e con Gesù. Tu che rapporto hai con lui?

Io sono un fan di Gesù e L’Eretico è come se fosse dedicato a lui. Come uomo, per le cose che ha detto, per quella carica rivoluzionaria che lo ha visto contrapporsi alla vecchia legge dei suoi padri, per l’esempio continuo e assolutamente attuale del suo vangelo, con la “v” minuscola, cioè il suo annuncio. Lui è stato un vero “eretico” ovvero uno che ha scelto di combattere la sua battaglia. Fu lui a esempio che disse per primo che è la legge che deve adeguarsi agli uomini e non viceversa, in pratica dando alla giustizia il predominio sulla legge. Più rivoluzionario di così…

Molti romanzieri ipotizzano spesso una continuità dell’Ordine dei Templari o similari, vedi qualcosa di simile in ordini come quello di Malta o negli ordini cavallereschi a cui fa capo la Regina di Inghilterra?

Sono tutte balle. Gli ordini cavallereschi sono espressione del loro tempo, come oggi possono essere, nel bene e nel male organizzazioni come il Rotary o il Lyons. Erano ordini per lo più militari, di monaci guerrieri, come appunto i Templari o i Cavalieri Teutonici, che ogni tanto qualche cialtrone vuole ripristinare. L’unica associazione che, quanto meno nei principi, può ricordare i valori etici degli antichi ordini è la Massoneria, erede spirituale e storica del templarismo. Non certo quella degli affari o della P2, ovviamente, ma quella speculativa.

Ferruccio de Mola, uno dei protagonisti più importanti della storia de “L’Eretico” è una figura enigmatica. Come hai costruito questo personaggio, e quanto c’è, se c’è, di te?

Ferruccio de Mola, come figura storica, è un mio antenato, Ferruccio de’ M’Artigli, un capitano di ventura che combatté al fianco di Robert Stuart d’Aubigny a cavallo tra il XV° e il XVI° secolo. Nel romanzo L’Eretico è un tipico uomo del Rinascimento, diviso tra il pensiero e l’azione, tra l’onore e l’amore, con tutte le debolezze e le virtù dell’animo umano. C’è molto in lui, di me, e anche delle mie idee. E’ come se mi fossi trasportato in quel tempo e mi fossi chiesto come mi sarei comportato.

L’amore svolge un ruolo importante nella storia, è una trasfigurazione dell’amore per la cultura, oppure hai volontariamente evidenziato questo aspetto come rapporto tra uomini, uomo o donna che siano?

L’amore è fondamentale, è il motore della vita, senza di esso la vita stessa non avrebbe senso. E’ l’archetipo da cui discende tutto. Per questo, nonostante l’azione e la storia, in tutti i miei romanzi svolge un ruolo da protagonista. E come dici giustamente non solo nel rapporto tra donna e uomo, ma tra tutti gli esseri umani. Ne L’Eretico, la stessa storia di Gesù, quella mai raccontata in nessun romanzo al mondo, quella degli anni che vanno dai dodici ai trenta, non è altro che un racconto d’amore.

Quanto c’è di vero nella storia che hai raccontato? Mi riferisco al documento principale su cui la storia di base.

Come accennavo prima, non esistono prove certe di quanto ho raccontato nel romanzo, ma vi sono pesanti indizi, e non soltanto storici, che rendono la mia storia molto più verosimile di quel poco, quasi niente, che ci hanno raccontato fino a ora. E che rendono la figura di Gesù e il suo annuncio molto più logico e attuale. Inoltre c’è un fatto straordinario, quasi incredibile, ma che posso dimostrare vero. Possiedo tre pietre, comprate cento anni fa da mio nonno materno nella zona della Palestina, e delle quali ho scoperto l’origine dopo aver terminato L’Eretico. Esaminate da un esperto internazionale e portate in foto per conferma della traduzione nella valle di Ladakh, nell’India settentrionale, da dove parte la mia storia. Sono state scritte in antico pali, in un periodo tra il 1200 e il 1600 e riportano il mantra del Buddah compassionevole, Om Mani Padme Um, spesso riferito al profeta Gesù. Che cosa ci facevano in Palestina più di cento anni fa? Chi le ha portate? Forse il monaco Ada Ta? E’ davvero una strana coincidenza.

Se un giorno venisse scoperto che le tre religioni si fondano sugli stessi principi, secondo te gli uomini riuscirebbero a trovare una forma di pace priva di rivendicazioni?

Che le tre religioni monoteistiche si fondino sugli stessi principi è un dato di fatto, storico e religioso. Il fatto è che gli uomini vogliono manipolare a loro uso e consumo e per i loro scopi le presunte differenze. E non solo oggi, ma da secoli. In nome di Dio, ciascuno del proprio, si sono commesse e si commettono ancora le peggiori atrocità. Andare verso l’unificazione toglierebbe da un mano il potere alle gerarchie ecclesiastiche dall’altro eliminerebbe la scusa di uccidere nel nome di Dio. Porterebbe una speranza di pace, il che sarebbe devastante per un mondo dominato dalle lobby delle armi e della finanza e dei loro intrecci.

Dopo aver letto e scritto dei rapporti tra Papato e Impero, tra Medici e Borgia, come leggi i fatti di attualità legati alle dimissioni di Papa Benedetto XVI?

Una mia amica scrittrice, Sabrina Minetti, mi ha detto, scherzando ovviamente, che è stata la lettura de L’Eretico a convincere Ratzinger a rinunciare alla tiara. Scoprire il passato, indagare su di esso, serve proprio a comprendere meglio il presente. Per cui, la rinuncia di Ratzinger, fatte le differenze superficiali con le lotte di potere che avvenivano all’interno della Chiesa dei Borgia e dei Medici, non sono che l’espressione di altre battaglie. Questo lo ha detto il papa stesso, non io.

In una precedente intervista ci hai raccontato della possibilità che questa storia potesse diventare un film, ci sono delle novità? Ci sono nuovi progetti in cantiere?

Sì, c’è un qualche interesse oltre oceano, qui in Italia il cinema è morto, si fanno per lo più commedie idiote per un pubblico idiota. Dicono che manchino i soldi, ma mancano soprattutto le idee e la cultura. I miei libri sono a Hollywood, in questo periodo, in lettura e questo mi fa molto piacere. Ma, come dicevo, tra l’apprezzamento e la realizzazione, c’è di mezzo il mare, anzi l’oceano. La differenza tra qui e gli Usa e che nei paesi anglosassoni il gusto della lettura intelligente e divertente è molto superiore al nostro. Leggere rende liberi, noi leggiamo poco, ed è per questo che ci meritiamo anche i risultati di queste elezioni, che sembra il caos che precede ogni disastro e ogni dittatura.

Ringraziamo Carlo A. Martigli per la gentile collaborazione.

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