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Recensione romanzo “Waiting Room” di Bianca Cataldi

Il romanzo “Waiting Room” ha il sapore della storia, quella di una terra e sin dalle sue radici e origini. La storia si svolge nella Puglia degli anni quaranta, in un periodo strano, in cui l’eco della guerra sembra lontano, ma è lì a un passo. Emergono le contraddizioni culturali della gente, i pregiudizi e i sogni a metà tra speranza e disillusione. Tra amarezza e odio. La protagonista è Emilia, una donna la cui storia si svolge su due tempi diversi. Lei, la giovane ragazza che deve rinunciare al suo amore. Lei, la donna ormai anziana nella sala d’attesa del dentista. E’ la storia del suo amore per Angelo. Un ragazzo che le ha in qualche modo cambiato la vita e allo stesso tempo un uomo travolto dalla passione per musica e dalla voglia di vivere. La narrazione è scorrevole e coinvolgente. Appassionata. La storia ricca di punti emozionanti e intriganti. L’amarezza per un amore che sfugge nella notte. Che torna, ma che è sempre diverso. Tra le righe si sente il tempo che trascorre, i sogni che si trasformano. C’è quel rancore represso, una forma strana di invidia, per un futuro che ha lasciato spazio ai ricordi. C’è però anche la speranza che rinasce in occhi diversi, quelli di una ragazza che scrive qualcosa su un foglio e in quelli delle sue giovani vicine di casa, che man mano che crescono e che si allontanano, lasciandola ancora una volta sola con i suoi ricordi e la sua amarezza. Leggendo questo romanzo, sembra di restare in quella sala d’attesa, quasi come una metafora perfetta della vita stessa. Aspettiamo qualcosa, mentre parliamo con i nostri rimorsi.

L’autrice è Bianca Cataldi, una giovane scrittrice, editor e brillante blogger, che dimostra una maturità narrativa importante, che riesce a passare e oltrepassare l’anima di due personaggi, uniti da un filo fragile. Riesce a far viaggiare il lettore senza continuità di tempo e spazio nei cambiamenti, oltre il tempo e lo spazio, raccontando il lato positivo dell’amore e il logoramento che la vita impone. Mette di fronte a delle scelte, dure, difficili. Ma inevitabili. Coglie nel segno evidenziando la limitatezza di una cultura in quei tempi antiquata, che uccide, che può strappare via l’amore per lasciar vincere la convenienza, che inneggia a un’etica nata sbagliata. Una finta morale che lacera sogni e prospettive e che trasforma la donna in qualcosa da “piazzare”, incuranti di ciò che davvero vuole. Si percepisce la fiamma di qualcosa che sta cambiando. Che cambierà presto. Un romanzo che emoziona e commuove, che ti lascia lì in attesa di un treno, che forse non partirà mai o che non si avrà il coraggio di prendere. Restare lì. Nella sala d’attesa. Di una vita da scoprire, pagina dopo pagina. “Waiting Room” è un bel romanzo, da leggere tutto d’un fiato. Che riesce a far sognare, nonostante l’oppressione di una realtà, che talvolta ha il rumore dei colpi di mortaio. Nemmeno troppo lontani.

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