PensieriRacconti

Il giocattolo

Luigi camminava solitario nel parchetto, quando il suo sguardo si posò su qualcosa di colorato in terra. Si avvicinò e vide che si trattava di due oggetti. Li osservò con più attenzione. Erano le due parti di un robot, un giocattolo che aveva tanto desiderato, ma che i suoi genitori non gli avevano mai comprato. Prese i due oggetti e li nascose nel suo zainetto. Una volta a casa, ignorò le urla dei suoi genitori che, come ogni giorno, si lanciavano insulti. Prese dello scotch colorato e iniziò un meticoloso lavoro per riunirli; poi, guardò il suo lavoro con gli occhi lucidi e nascose il prezioso oggetto nello zaino.
Il giorno seguente percorse il corridoio della scuola; quando entrò in classe si accorse che i suoi compagni erano raggruppati attorno al suo banco. Si avvicinò e dal gruppo comparve il volto di Virgilio, che aveva in mano il suo robot. “E questo? Me lo hai rubato!” “No, io…” “Ladro. E pezzente.” Un coro di voci si alzò dai suoi compagni. “Ladro, ladro, ladro”, mentre Virgilio scaraventava per terra il robot, separando nuovamente le sue due parti. Si morse il labbro e scappò fuori dalla classe, uscì nel cortile e si nascose dietro un albero. Trattenne le lacrime, impedendo loro di scivolare lungo le guance. Si promise di non piangere più.
Ripensò alle urla dei suoi genitori, a tutte le volte che i suoi compagni lo avevano preso in giro perché usava vestiti usurati e non aveva mai nulla di tutto quello che andava di moda. A tutte le volte che si era guardato allo specchio e si era odiato. Da quanto tempo si sentiva lui, il gioco rotto?
Rientrando a scuola si rese conto di essere rimasto fuori parecchio. La preside lo richiamò verso il suo ufficio, fuori dal quale lo stava attendendo sua madre, immaginò richiamata d’urgenza. Riusciva a scorgere il suo sguardo cupo e a tratti minaccioso. E sapeva benissimo come sarebbe andata. Sarebbe stata colpa sua, come sempre. Lo avrebbero accusato di furto. E probabilmente avevano ragione: per una volta, aveva provato a rubare un frammento di normalità, di serenità. Per un momento aveva voluto sentirsi come gli altri, nonostante la consapevolezza che non sarebbe mai stato così.
Perché quando un gioco è rotto, è rotto e basta.

Immagine creata con IA Gemini