Recensione del romanzo “Tre sassi bianchi” di Lisa Genova – Love Anthony

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Il romanzo “Love Anthony” e’ appassionante, intenso e carico di emozioni. I personaggi esplodono di una propria identità mettendo in mostra le fragilità, i desideri, i sogni, così da risultare affascinanti e soprattutto veri. Beth è una donna tradita, amareggiata, ma che non ha smesso di amare suo marito Jimmy. Beth cerca di ritrovarsi giorno dopo giorno e torna a scrivere dopo tanto tempo. Un libro il cui protagonista è’ un bambino autistico. Olivia e’ una donna che ha perso qualcosa di importante, non solo se stessa. Non solo il suo dio. Ha perso la sua ragione di vita. Vive sola, tra le spiagge tempestose di Nantucket, persa nella sua solitudine, nella mancanza di Anthony e del suo ormai ex marito David. Love Anthony e’ una viaggio che fa conoscere il piccolo Anthony, il suo mondo, attraverso gli occhi dei personaggi di questo romanzo. Un’atmosfera rarefatta, triste a volte, ma che riemerge nella forza dell’estate, come la rinascita della terra, della speranza. Di un’anima. Lisa Genova scrive una storia complessa e magica. Dura. Forte. Appassionata. Crea l’amore anche nel tradimento. Racconta cos’è l’autismo, come funziona. Sia dal punto di vista di chi ne è vittima, sia dei familiari che devono capire e convivere con questa realtà. Racconta del dramma dei genitori, della guerra con i loro sentimenti contrastanti. E di come l’amore sia l’unica strada. Che è l’unica cosa che non muore mai davvero.

Recensione de “Il romanzo di Matilda” e intervista all’autrice Elisa Guidelli

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Il romanzo di Matilda è intenso, accurato nelle sue ricostruzioni storiche ed emozionante.Un personaggio storico come quello molto discusso di Matilda di Canossa diventa grazie alla narrazione di Elisa Guidelli una protagonista di una storia avvincente che potrebbe sembrare frutto di fantasia se non si trattasse di una storia vera. Elisa romanza la storia di Matilda ricostruendola fase dopo fase con attente ricerche storiche. Quella di Matilda é una storia controversa che vede al centro della scena lo scontro tra papato e impero, la guerra tra due personaggi carismatici: Papa Gregorio VII ed Enrico IV. Sicuramente molto noto è l’episodio dell’umiliazione dell’imperatore Enrico a Canossa di fronte a Papa Gregorio, ma il romanzo offre la possibilità di andare ben oltre e di capire la genesi di questa lunga battaglia. Elisa svela pagina dopo pagina la vita di Matilda, i suoi amori, le vicende politiche che la spingono a difendere i possedimenti della sua famiglia e la Chiesa di Roma. Matilde é una donna forte, una donna di fede, che mette la difesa della cristianità al centro della sua vita. La difesa della chiesa di Roma diventa una missione. Strano è il rapporto che nasce tra Matilde e Ildebrando di Soana e ancor più strano diventa quando quest’ultimo diventa Gregorio VII, uno dei papi più noti per essere stato uno dei più grandi riformatori della chiesa. Tra loro c’è una forte amicizia che ben presto svela qualcos’altro. Il romanzo di Matilde é avvincente e decisamente coinvolgente, una narrazione serrata e intensa, che scava nell’animo dei personaggi scena dopo scena. Un po’ come ne “i Pilastri della Terra” o “La cattedrale del mare”, in questo romanzo si sente la forza della storia che è essa stessa protagonista e che rende giustizia a una figura storica discussa. Matilda è stata molto per il papato e molto per l’Italia, la sua visione politica ha gettato le basi per le fasi storiche successive e per l’Italia di oggi. Un personaggio a cui andrebbe riconosciuto molto di più di quello che le é stato riconosciuto nei libri di storia. Elisa le rende sicuramente onore, consapevole che alcuni aspetti di questa storia possano urtare alcuni palati fini della storia matildica. Tanti sono infatti gli studiosi e gli storici che si sono cimentati nel raccontare le gesta di questa donna, a partire da Donizone, il monaco amanuense che ha raccontato la storia della Grancontessa che é arrivata fino a noi. Tante sono le storie e che spesso e volentieri si sono concentrate sugli aspetti privati e sentimentali di questa guerriera dal cuore nobile. Matilde per esigenze politiche sposa un uomo che non ama, Goffredo il Gobbo. Quest’ultimo muore in circostanze tragiche, ma già da questo episodio ne consegue una rivisitazione particolare raccontata in di questo romanzo. La storia di Matilda è una storia che fa riflettere e con la regia di Elisa Guidelli raggiunge livelli epici di narrazione, frutto di una raffinata elaborazione delle informazioni storiche, un’opera che consiglio di leggere. Non si può non amare questo romanzo, così come non si può non amare Matilda. Un romanzo avvolgente, passionale e carico di sfumature. Un viaggio nel passato e uno a sguardo nel presente. Una penna raffinata e coinvolgente. Una storia da leggere.

Ho posto alcune domande a Elisa, ecco cosa ha risposto.

Matilda è un personaggio discusso e non poteva non essere così anche per il tuo romanzo. La mia prima domanda è: quanto lavoro ci è voluto per creare questa storia?

La ricerca è durata una decina di anni, la stesura del romanzo un anno e mezzo. Sono arrivata alla scrittura con le idee abbastanza chiare, ho creato uno schema che mi aiutasse a non perdermi tra date, personaggi e intreccio e ho concentrato la narrazione in un unico blocco perché evitare che risultasse frammentaria, discontinua o confusa.

Analisi storica, elaborazione e fantasia. In che percentuali?

L’analisi storica costituisce la base, e tutto lo scheletro del romanzo è costituito da date verificate e fatti reali. Gli intrecci tra i personaggi, i rapporti tra di loro sono alle volte suggeriti dalle esigenze di narrazione e dalla mia anima di romanziera, ma rimangono comunque plausibili: la bellezza dei romanzi storici sta nell’andare a cercare dove l’autore ha “barato” lasciandosi trasportare dall’immaginazione.

Uno dei punti più complessi del tuo romanzo è sicuramente il rapporto tra Matilda e Gregorio VII, la tua versione si discosta molto da quella delle altre biografie pubblicate. Ci racconti la genesi di questa scelta?

Il rapporto tra Matilde e Gregorio è sempre stato motivo di contrasto. Chi vi vede una coppia sacra, chi due amici intimi che condividono grandi ideali, chi una figlia orfana alla ricerca di una figura paterna che la proteggesse, chi due amanti, o ancora chi un’aspirante monaca plagiata da un papa senza scrupoli. Ho resettato tutto e cercato di dare una mia personale chiave di lettura, secondo la mia sensibilità e quello che mi hanno suggerito le letture su questi due grandi personaggi, che hanno vissuto e affrontato insieme un periodo così travagliato come l’XI secolo.

Hai scritto diversi romanzi, cosa rappresenta per te “il romanzo di Matilda”?

Un punto e a capo. È stato un lavoro con cui ho misurato tutto quello che avevo letto, studiato, imparato, e con cui ho messo a frutto la scrittura e gli errori e il lavoro di dieci anni di pubblicazioni molto diverse tra loro. Ho sempre desiderato scrivere questo romanzo, l’avevo in testa dal 1999, riuscire a portare a termine il progetto è stato il coronamento di un sogno.

Nel raccontare la storia di Matilde descrivi le caratteristiche del territorio in cui la protagonista ha vissuto, un’Emilia Romagna diversa da quella di oggi. È stato importante vivere in quei luoghi per comprendere l’importanza di Matilda?

Molto importante, perché viaggiando attraverso le sue terre e i suoi castelli hai comunque la dimensione della grandezza di Matilde e vivi l’emozione di ripercorrere i suoi passi. Credo che sia fondamentale per capire un personaggio, anche se molto lontano dal tuo tempo, avere la possibilità di calarsi totalmente nel suo vissuto anche attraverso i luoghi che l’hanno vista transitare o accolta per lunghi periodi: era una viaggiatrice, non si fermava mai, ma aveva dei castelli a cui era legata e tornava sempre con affetto.

Credi che questo personaggio sia sufficientemente conosciuto e studiato in Italia a livello storico?

In Italia è conosciuto dagli “addetti ai lavori” e da chi si occupa di storia e arte e di recupero del patrimonio (turistico e non) del territorio, ma in genere non molto (o quasi nulla) dalle persone che non fanno parte di questi canali. Come potrebbero? Gli stessi libri di storia liquidano Matilde con un trafiletto. Per questo a mio avviso un romanzo può aiutare ad avvicinarsi al personaggio e poi, da lì, passare ai saggi per approfondirlo.

La tua penna ha reso ancora più epica la storia di Matilda, si sente che ami il personaggio di cui hai scritto: qual é stato il momento in cui ti sei detta “voglio raccontare la sua storia”?

Ero bambina, il mio amore per lei nasce quando ero molto piccola e per la prima volta vidi Canossa. Era un tarlo che avevo da trent’anni.

Molti momenti storici noti, altri meno noti, tanti altri appena accennati, altri ancora sconosciuti. Può aver influito il punto di vista del Vaticano? Si può parlare di censura in molti testi editi che parlano di Matilda?

Matilde di Canossa è un’idea, un’icona. Ha mille volti e mille specchi, a seconda di come è stata utilizzata e strumentalizzata da tanti per far passare un modello, un progetto, una causa. Purtroppo le fonti sono scarse, e comunque sono tutte filtrate: da lei, che teneva a far passare una certa immagine di se stessa, dagli avversari, che la demolivano, dai sostenitori, che la glorificavano. Sono comunque tutte lenti falsate, e per me è stato difficile cercare la donna sotto gli strati dei numerosi ruoli che la storia non solo sua contemporanea le ha cucito addosso.

Lo scontro tra impero e papato è uno dei temi fondamentali della storia di Matilda, poco si sa dell’importanza che ha avuto nella nascita dell’Italia per come la conosciamo oggi. È un concetto corretto?

La lotta delle investiture è un momento drammatico e cruciale che precede il momento storico in cui nascono i comuni e di fatto, l’Italia per come la conosciamo ora. Penso che abbia ragione Cantarella quando parla di “lungo Medioevo” in cui siamo immersi ancora oggi. Siamo ancora impregnati di alcune ideologie che nascono proprio nell’Alto Medioevo o, ancora, alla fine del mondo antico. È che ci sentiamo troppo originali (o studiamo troppo poco la Storia) per accorgercene.

Matilda. Una donna e i suoi amori, i suoi sacrifici per un bene superiore, secondo te sono concetti ancora attuali?

Attualissimi. È ancora difficile per una donna, oggi, dopo mille anni, conciliare carriera e vita privata. Spesso si è costrette ancora a rinunciare all’una per avere l’altra, e comunque senza risultati certi e sempre passando sotto il giudizio implacabile della società, proprio perché donne. Potrei direi, sull’onda della risposta alla domande precedente, che per certi versi non mi pare sia cambiato tantissimo dal Medioevo ad oggi.

Se non ci fosse stato Ildebrando, Matilda avrebbe difeso così tanto la Chiesa di Roma?

Questa è un’ottima domanda, la storia “fatta con i se” è un gioco che mi ha sempre affascinato. Credo, per la mia sensibilità, che no, Matilda senza Ildebrando non si sarebbe spinta così oltre. E comunque, allo stesso modo, credo che Ildebrando senza Matilda non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto. Sono due anime affini e ambiziose che si sono trovate per portare avanti un progetto, e così hanno fatto finché è stato loro concesso il tempo per sostenersi a vicenda.

Nel tuo romanzo affronti il tema del rapporto uomo-donna in modo raffinato e spesso evidenzi il ruolo che alla donna era stato assegnato. Come sarebbe cambiata la storia se ci fossero state più donne come Matilda al potere?

Sarebbe cambiata in meglio, per le donne di oggi. Che forse farebbero meno fatica. Una donna deve mostrare e dimostrare di essere capace il doppio per ottenere la metà dei riconoscimenti rispetto a un uomo, è un dato di fatto, lo si vede in ogni ambiente e in ogni categoria lavorativa. Mi auguro che qualcosa, in futuro, possa cambiare in meglio, ma è la mentalità a essere ancora ferma, l’evoluzione è molto lenta quando si tratta di questo argomento.

Stai lavorando a un nuovo libro? Scriverai ancora romanzi storici?

Ho iniziato le ricerche per un nuovo storico, ma sono ancora agli inizi: le fasi di lettura, ricerca bibliografica, scoperta e riscoperta sono quelle in cui mi diverto di più. Dopo arrivano le fatiche, ma ci penserò quando mi sentirò pronta per cominciare a scrivere. Nel frattempo me la godo.

Ringrazio Elisa per la gentile collaborazione.

#Parliamodi “Sospetti sul lago”. L’autrice Anna Serra ci racconta il suo romanzo

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“Sospetti sul lago” è un romanzo che racconta il viaggio di una donna tra le sfumature di un amore sfumato, tra le parole non dette, le emozioni mancate. La protagonista è Rossella, una psicologa che vive in una solitudine che tale non è, cerca l’amore in un marito assente. Cerca il suo aiuto, la presenza e si ritrova sempre sola. Irrimediabilmente sola. Ed è a margine di questo labirinto di cristallo che Rossella incontra Stefano, un uomo che risveglia le sue emozioni, la sua passione. Qualcosa dentro di lei rinasce, anche i sogni sembrano risvegliarsi come fiori di campo, ma una notte accade qualcosa. Un episodio che cambia la sua vita. Che la annienta. Lo stupro. La paura ha due occhi azzurri, occhi che Rossella inizia a vedere ovunque. Occhi che mettono in discussione anche Stefano. Tutto cambia. Un bacio che diventa inferno, un sogno che si tramuta in incubo. L’incedere di passi che rievocano l’abisso, petali di fiori taglienti come lame. L’amore diventa qualcos’altro, una indecifrabile sensazione, l’incomprensione, il mistero, la certezza che frana come un castello di carte. “Sospetti sul lago” è un romanzo che pone il lettore di fronte al proprio timore più ancestrale, quello che non concede scampo. La volontà di scoprire l’inganno, la volontà di capire ciò che nel profondo è inspiegabile. La verità e le sue diverse dimesioni. La storia è ambientata in luoghi che mostrano una innegabile bellezza e che allo stesso tempo sono misteriosi, celano inquietudine proprio nella traquillità della loro essenza. Un contrasto che sembra rivivere nell’animo di Rossella, il veleno e il suo antidoto. L’amore che nella solitudine trova la sua dimensione, un equilibrio labile, pronto a cadere quando le labbra di Rossella sfiorano quelle di Stefano. Quando l’amore diventa il suo contrario.

“Sospetti sul lago” tiene il lettore in equilibrio sul filo di una storia tormentata, esplora e divora il senso delle cose, le stravolge e le mostra nella più piena nudità delle emozioni.

Ho posto alcune domande ad Anna Serra:

Rossella è una psicologa, cerca di curare l’infelicità altrui, ignorando la propria. Da dove nasce la gabbia di cristallo che le hai creato intorno?

Effettivamente Rossella, essendo psicologa, ascolta giornalmente i tormenti dei suoi pazienti, cercando di porvi rimedio come meglio sa fare. Ma è lei per prima a vivere nell’infelicità. Apparentemente la sua è una vita perfetta, da sogno: ha un lavoro che la gratifica, un marito benestante che le garantisce una quotidianità agiata e una casa stupenda. Cosa desiderare di più? Ma di fatto si tratta, come dici tu, di una gabbia di cristallo: il matrimonio in sé diventa una gabbia nel momento in cui il marito si allontana sempre più da lei, lasciandola sola a gestire una vita costruita per due.

Il personaggio di Alberto è protagonista e allo stesso tempo non protagonista, in che momento della storia assume questa sua caratteristica?Alberto, il marito della protagonista, diventa sempre meno centrale nella storia per colpa delle sue assenze e della sua distrazione. Rossella si allontana progressivamente da lui e arriva ad un punto in cui l’amore coniugale pare spezzarsi definitivamente. Alberto c’è, è presente in tutta la storia, dall’inizio alla fine, eppure fin da subito assomiglia più a un “fantasma”: si lascia assorbire dal suo lavoro, dalle responsabilità di una mansione professionale d’alto livello e non si impegna seriamente nel rapporto con la moglie. Anche quando lei ha un disperato bisogno di lui, Alberto è sfuggente; nella classifica dei suoi pensieri più importanti Rossella pare non esserci.

Stefano è un personaggio particolare, entra nella storia come un sogno, poi le ombre lo avvolgono, quasi fino a farlo scomparire. Anche in questo caso sembra essere un protagonista che non assume un ruolo principale, qual è la genesi di questo personaggio?

Stefano effettivamente entra nella storia con le sembianze del principe azzurro: fisicamente attraente, simpatico, sensibile. Non perde occasione di regalare fiori a Rossella e a volte le parla come un poeta, come un uomo d’altri tempi. Il vuoto sentimentale scavato dal marito, viene poco a poco colmato dalle attenzioni e dalla galanteria di Stefano. Rossella resta affascinata dai suoi modi di fare, il sentimento di amicizia diventa qualcosa di più forte ed intimo, poi drasticamente tutto cambia e il personaggio di Stefano, prima cristallino, viene inghiottito dalle ombre del sospetto e si carica di mistero. Sembra nascondere una doppia personalità, una doppia vita. L’angelo potrebbe essere, in realtà, un demone. L’uomo buono sembra nascondere una faccia inquietante e pericolosa.

Volevo appunto dar vita ad un personaggio misterioso, ambiguo, che appare in un modo, ma che potrebbe anche essere l’esatto contrario di ciò che sembra.

Sospetti sul lago possiede le sfumature del thriller e le caratteristiche del romanzo di narrativa, come definiresti il tuo genere?

Non lo ingabbierei in un unico genere. E’ un romanzo introspettivo in cui prevalgono i sentimenti, pezzi di vita reale, le riflessioni di una donna alle prese con una situazione difficile; in altri momenti ci avviciniamo al thriller con passaggi in cui la tensione, la suspense e la drammaticità crescono.

Nella storia sembra esserci un filo conduttore nascosto che sembra ruotare attorno a un personaggio apparentemente secondario, come è nata la figura di Gino?

Gino è l’anziano giardiniere tuttofare, uomo instancabile che trova sempre un rimedio ai problemi casalinghi di Rossella. Nei lavori manuali è praticamente il sostituto di Alberto: interviene là dove il padrone di casa è assente e lavativo. E’ descritto come una figura paterna, quel padre che lei ha perso troppo presto. E’ uno dei punti di riferimento della protagonista. Lo vediamo fischiettare allegramente mentre è all’opera tra fiori e piante, rendendo meno cupe le giornate di Rossella.

Diciamo che per costruire la figura di Gino mi sono ispirata a mio padre: quando ho un disguido in casa, qualcosa da mettere a posto, chiamo lui! Non che sia un esperto di bricolage, ma mi ha aiutato molto quando ho messo su casa.

I luoghi hanno un ruolo importante in questa storia, sembrano raccontare l’inquietudine di Rossella, sei molto legata a questi paesaggi?

Il romanzo presenta numerose descrizioni del paesaggio e delle sue metamorfosi secondo le stagioni. I luoghi spesso riflettono lo stato d’animo della protagonista oppure le danno conforto nei momenti più bui. La storia è ambientata nella zona di Avigliana, non distante da Torino, all’imbocco della Val di Susa, con uno sguardo rivolto all’imponente e antichissima Sacra di San Michele. E’ un luogo che personalmente apprezzo molto: a due passi dalla città, nel parco naturale dei laghi di Avigliana ci si immerge nella natura e nella quiete. L’odore dell’acqua, l’ombra degli alberi, lo starnazzare degli anatroccoli, l’ondeggiare delle passerelle galleggianti, le barche ormeggiate a riva, i chioschi dove sorseggiare una bibita o gustare un gelato …. Vi consiglio una rilassante passeggiata! Non rimarrete delusi!

Nel tuo romanzo scrivi di un amore conflittuale, che nella sua essenza appare come una condanna. Quanto è importante l’amore per Rossella?

Rossella è una donna dallo spirito romantico, che in parte crede nella favola del principe azzurro. Per lei l’amore è importantissimo, oltre al suo lavoro è un valore in cui crede molto e quando ha affrontato la scelta del matrimonio, lo ha fatto credendoci fino in fondo e pensando che fosse per sempre. Ma il suo consorte non l’aiuta in tal senso, rendendo le cose più complicate. La condivisione, lo stare insieme, il dialogo, la complicità vengono meno, logorando un rapporto che avrebbe potuto essere speciale. Rossella ce la mette tutta per salvarlo, per renderlo eterno, come aveva immaginato il giorno del “sì”.

La protagonista subisce una delle peggiori violenze che una donna possa subire: lo stupro. Cosa potrebbe mai curare una tale ferita?

Purtroppo Rossella vive un momento molto drammatico: è vittima di uno stupro che le lascerà ferite nel corpo e nell’anima. Diventa diffidente, avverte minacce ovunque, le sue notti sono invase da inquietanti incubi. Proprio lei che è psicologa, abituata a gestire crisi interiori, si trova a dover risolvere e superare un grande disagio.

Come si potrebbe curare una simile ferita? Di ricette non se esistono, ovviamente. Credo che solo il tempo possa aiutare a dimenticare almeno parzialmente il trauma subito. E avere accanto persone che ti vogliono bene, amici, famigliari che con il loro calore e il loro amore ti guidino verso un senso di normalità. Anche il lavoro può aiutare: concentrarsi in ambito professionale e ricevere gratificazioni può essere molto utile per non pensare troppo a quanto accaduto.

La maternità è un tema che viene trattato nel romanzo quasi con cautela, legato al personaggio di Rossella, e che in qualche modo sembra sfuggirle. Perchè questa scelta narrativa?

Sì, è vero, si parla di maternità ma sottovoce. E viene descritto il suo lato più oscuro, meno gioioso: l’altra faccia della medaglia. Rossella scopre di essere incinta in un momento in cui la sua vita matrimoniale si incrina e inizia a domandarsi se suo marito sarà un buon padre, se troverà il tempo da dedicare alla piccola creatura che sta prendendo forma dentro di lei. Comincia a fantasticare sul figlio in arrivo, immaginando di udire la sua vocina risuonare fra le stanze, ma la dolce attesa subirà un duro colpo, lasciando profonde cicatrici nell’anima che faranno male soprattutto nei suoi incubi notturni.

Stai lavorando a un nuovo romanzo? Ci sveli il titolo?

Ebbene sì, c’è un nuovo romanzo in lavorazione, anzi, direi che è terminato. Ci lavoro da molto tempo, ancor prima della stesura di “Sospetti sul lago”, ma l’ho rimaneggiato e stravolto mille volte, finché sono arrivata alla forma definitiva!

La scelta del titolo è ancora in cantiere. Posso solo fare alcune anticipazioni sul contenuto. Innanzitutto non è una continuazione di “Sospetti sul lago” ed è narrato in prima persona. La protagonista è una signora settantenne che ricorda con nitidezza le tappe più significative della sua esistenza, passando attraverso i suoi numerosi e tormentati amori. La donna che fu e quella che è vengono messe a confronto, con le loro debolezze, rimpianti, errori, ma anche con il loro coraggio e forza. E quando si entra nella cosiddetta “terza età”, la vita è ancora capace di regalare stimoli inaspettati per il futuro.

Ringrazio Anna per la gentile collaborazione e per aver raccontato la storia di Rossella.

Recensione romanzo “Il rapporto segreto” di Tom Rob Smith

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“Il rapporto segreto” di Tom Rob Smith è un romanzo intrigante che fa luce nell’animo più profondo e inconscio dei nostri pensieri, delle nostre idee, il tutto catapultando il protagonista, ancora una volta Leo Demidov (come in Bambino 44), nella realtà svelata del periodo storico che segue la morte di Stalin. Il protagonista avrà poco tempo per salvare sua figlia, Zoja, che ha adottato tempo prima insieme alla sorellina Elena, orfane dei genitori uccisi a causa di un suo arresto. La storia di Leo si intreccia con un nemico che viene dal passato, da una donna che gli chiederà di riportarle il marito Lazar, che lui stesso aveva arrestato. Così Leo affronterà l’inferno nel quale aveva mandato tanti sospettati, arrestati e processati con accusa costruite ad arte, il gulag, mettendolo di fronte ai loro occhi e alla loro sete di vendetta. Il conflitto di un uomo, della sua famiglia e di un intero stato sono tra gli ingredienti migliori di questo romanzo, che non smette di stupire e di attrarre come un magnete di carta e inchiostro. Tra spystory, thriller e romanzo di avventura, Tom Rob Smith si destreggia bene con colpi di scena ben congegnati e scene ad alto livello adrenalinico, senza tralasciare l’aspetto storico, fondamentale nel racconto di un’Unione Sovietica che sta cambiando. Leo deve difendere se stesso, la sua famiglia e quel che resta delle sue speranze di giustizia. Forse quello presentato da Tom Rob Smith è l’eroe perfetto, anzi imperfetto. Quello in cui è facile identificarsi. Un eroe con una storia difficile e un futuro non scritto, con difetti e pregi che a volte nemmeno lui conosce. In fondo Leo è una persona che scopre se stessa, ed è quello che maggiormente cattura nella lettura di questo libro che consiglio caldamente, magari abbinato al capitolo precedente “Bambino 44”.

Recensione libro “Ancora io – Left Neglect” di Lisa Genova

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Lisa Genova ha una particolarità: sa toccare le corde scoperte dei suoi lettori. Ho avuto questa sensazione già leggendo “Perdersi” ma con questo nuovo libro “Ancora io – Left Neglect” ne ho la certezza.

La storia di Sarah Nickerson, brillante donna in carriera, vice dirigente del personale di una grande azienda di consulenze, che diventa vittima di una patologia chiamata Left Neglect a seguito di un incidente stradale e che non permette al suo cervello di riconoscere tutta la parte sinistra del suo corpo è emozionante. Lisa Genova racconta la vita della protagonista, del rapporto con sua madre e i suoi figli, dei cambiamenti, della terapia e soprattutto della trasformazione che le permette di ritrovare la sua vera vita e il suo vero istinto, nascosto dietro una vita di impegni e di lavoro.

“Ancora io” è un bel romanzo, commovente, ricco di vita. Una storia che permette di guardarsi dentro e di emozionarsi. Una tecnica avvolgente e che sa tenere compagnia e allo stesso tempo di far riflettere, mettendo a nudo aspetti della vita che spesso tralasciamo. Spesso le cose sono davanti a noi, solo che semplicemente non le vediamo. Questo è ciò che questa autrice riesce a comunicare grazie alle sue parole che legano bene la conoscenza delle patologie di cui racconta a una brillantezza che esplode in una scrittura che cattura.

Dopo “Perdersi” “Ancora io” aggiunge un altro tassello alla bravura di Lisa Genova che spero di leggere ancora con un nuovo romanzo. Una bella storia, un’ottima lettura.